Margherita

di Bianca Granozzi

Uno scheletro si aggira nei corridoi del reparto. A guardarlo meglio, ha una pancia enorme come se avesse inghiottito un mappamondo e le esili gambe compiono dei piccoli passi incerti. Le braccia affusolate si aggrappano simili ad artigli a un girello e una mano regge a un ritmo immaginario un pannolone, troppo grande per quel bacino inesistente. Ha dei capelli rosso fuoco lunghi fin sotto le orecchie, un volto scarno e occhi incavati e opachi. È ancora un essere umano? La domanda sorge spontanea. Margherita sembra uscita da un campo di concentramento.

Mi vede arrivare e sorride in modo sincero. La aiuto a sedersi su una sedia e le chiedo come si sente. Lei mi guarda e sembra non vedermi. Poi, ancora sorridendo, inizia a raccontare.
Mi parla del Venezuela, di casa sua, del suo matrimonio e di come suo marito non avrebbe mai immaginato di doverle pulire il culo dalle feci sanguinolente, color carbone, che la accompagnano ormai da un tempo indefinito e che la costringono a circa 7-8 trasfusioni alla settimana. Il sangue le esce silenzioso dal naso e lei continua a parlare e con gesti meccanici prende dei pezzi di garza e se li mette nelle narici per frenare l’emorragia. Ho davanti a me una paziente di 64 anni, l’età di mia madre, ma molto meno fortunata. Ha la sindrome di Rendu-Osler-Weber, una rara malattia genetica a trasmissione autosomica dominante e buona parte della sua famiglia ne è affetta.
Le malformazioni dei vasi che ha in tutti gli organi e sulla cute comportano frequenti emorragie, come se fosse una fontana di sangue. Una fontana di sangue che non ha intenzione di smettere di sorridere.
Margherita è in fase terminale, potrebbe morire da un giorno all’altro, da un momento all’altro e lei ne è pienamente consapevole. Ride, ride della sua pancia cirrotica, del 6 L di acqua che le abbiamo tolto dalla pancia e finge di fare una sfilata di moda nella stanza.
L’attimo dopo diventa cupa e mi dice che non esce più di casa perché ha paura che il sangue le esca dal retto come un rubinetto aperto mentre è al supermercato.
Mi chiedo come abbia fatto a trovare la forza e l’autoironia per arrivare fin qui. Mi sorride, un piccolo teschio con i capelli rosso fuoco che con un dito alzato mi sussurra
“Ah, ma io non ho paura di morire. Ho paura di soffrire e le giuro, dottoressa, che avrò una siringa piena di potassio da spararmi nelle vene quando sarà il momento.”
“Non dica così, Margherita. Non abbia questi cattivi pensieri.”
“Io non ho mai cattivi pensieri”, risponde con una risata. Poi, si mette a rassettare la camera dell’ospedale, dandomi le spalle.

Articolo di Bianca Granozzi

Fonte: http://alidiporpora.it/margherita/

RIVELAZIONI GALATTICHE
Per un mondo nuovo
di Anne Givaudan

Rivelazioni Galattiche

Per un mondo nuovo

di Anne Givaudan

Ciò che leggerai in questo libro non è un testo di fantasia, non è nemmeno un romanzo.

È essenziale che l’umanità sappia che cosa sta succedendo sulla Terra e non solo.

Non si tratta di parlare della vita quotidiana dei suoi abitanti, bensì di quello che essi non vedono, che non possono neanche immaginare. È lì che si trovano gli strumenti che consentiranno al nostro pianeta di non trasformarsi in un deserto pieno di desolazione.

Ormai siamo in molti a sapere che nel nostro mondo ci sono i burattini, che obbediscono agli ordini che vengono dall’alto, e i burattinai che lo manovrano e lo stanno conducendo fatalmente alla rovina. Il problema è che non sempre i “burattinai” sono quelli che crediamo.

Nel volume …Dopo l’11 settembre: dalla sottomissione alla libertà - vol. II Anne Givaudan ha già parlato delle 100 famiglie che dirigono il mondo. Ma al di là, su altri piani e su altri pianeti, ci sono esseri che stanno al di sopra di queste famiglie, e sono loro che muovono i fili di ciò che ci sta portando verso la distruzione. In questo libro, però, non si racconta la loro vita; si parla invece degli incontri con esseri di altri pianeti che ci danno una mano a ricostruire il nostro… Incontri con mondi che nessuno può più permettersi di ignorare, se non vogliamo che tutto vada perduto.

Questa testimonianza dell’autrice consente di riaccendere quella scintilla di vita e di amore che cova in ciascuno di noi, al di là di tutto…

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