Chi è George Soros e cos’è la Open Society Foundation?

Chi è George Soros e cos’è la Open Society Foundation? Lo spiega ai lettori di Byoblu Diego Fusaro, filosofo e ricercatore.

Dopo il 1989 il conflitto di classe si ridispone: da una parte i globalisti apolidi composti dai signori della finanza e del “big business”, che vorrebbe il mondo intero come un Open Space senza confini e senza diritti, dall’altra la classe dominata: il vecchio proletariato e la vecchia borghesia, che una volta confliggevano ma che ora sono accomunate dal fatto di essere precarizzate, non solo nelle condizioni lavorative ma anche nelle condizioni di vita, grazie alla distruzione della famiglia, dello Stato sovrano nazionale, passando per la scuola pubblica, per i sindacati, per la salute pubblica e così via.

Non è un caso che la società fondata da Goerge Soros si chiami “Open Society”, la “società aperta”, l’emblema della nuova Global Class cosmopolita, che mira a rendere il mondo un unico mercato globalizzato e senza confini, per lo scorrimento illimitato delle merci e dei profitti, dove sono nemici tutti coloro che osino ancora far valere una prospettiva di resistenza, facendo leva sui fondamenti etico comunitari della vita pubblica.

La nuova Global Class, di cui Soros è esponente di punta, si muove in questo spazio globalizzato e organizza raduni, come quelli del Gruppo Bilderberg, nei quali mette in primo piano i propri interessi. Nulla di complottistico, è chiaro come il sole: la classe dominante tutela il proprio interesse, cioè la sottrazione dei diritti a proprio beneficio, l’intensificazione della deregolamentazione e della competizione, e poi la neutralizzazione degli spazi politici sovrani, gli unici che potrebbero controllare la “bestia selvatica del libero mercato” (Hegel).

Questi signori stanno lottando contro tutte le conquiste del ceto medio borghese: la famiglia, l’etica pubblica, lo stato sovrano nazionale, tutte le conquiste del vecchio mondo moderno, proletario e borghese. La Global Class di cui Soros è un illustre esponente sta vincendo la lotta di classe. Lo disse Warren Buffett, il terzo uomo più ricco al mondo: “La lotta di classe esiste, e l’abbiamo vinta noi”.

Fonte: https://www.byoblu.com/2018/03/27/chi-e-george-soros-e-cose-la-open-society-foundation-diego-fusaro/

LA CIVILTà DELL'ORTO —
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto —

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

L'idea di una “Civilta? dell’Orto” nasce per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non facciamo:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (ne? chimici ne? organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa facciamo:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto piu? «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il CAMBIAMENTO e? POSSIBILE!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Dalla quarta di copertina

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

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