Lettera agli schiavi che si credono liberi

Secondo voi i “terroristi” sono quelli che scendono per strada a lottare contro la dittatura, per salvare il proprio lavoro e salvaguardare i propri diritti o quelli che da otto mesi stanno terrorizzando gli italiani e devastando l’economia nazionale?

Secondo voi è normale usare carabinieri e forze di polizia non per scovare spacciatori, criminali o pedofili ma per controllare i bambini delle elementari e dare multe ai ristoratori che non rispettano le regole anti-Covid?

Secondo voi è corretto eseguire giornalmente centinaia di migliaia di tamponi a persone sanissime, prive di sintomi solo per gonfiare le statistiche e giustificare i soprusi?

Può essere chiamata emergenza una situazione nella quale il 95% dei “contagiati” sono “positivi asintomatici”, cioè persone in perfetta salute?

Siete d’accordo con l’ultimo illegittimo e anti-costituzionale Dpcm che condanna a morte i proprietari di bar, ristoranti, palestre, centri culturali e associazioni?

Ricordate che hanno sancito la condanna a morte del Paese e tutti coloro che rimangono a casa seduti sul divano o che si nascondono dietro le leggi o dietro gli ordini da eseguire, stanno avallando la dittatura e avranno mani e coscienza sporche di sangue innocente.

Se non ci ribelliamo ora al regime sarà tardi e non potremo poi lamentarci.
È questa dittatura che rappresenta la vera minaccia per tutti i popoli, non il virus!!!

Fonte: https://disinformazione.it/2020/10/29/lettera-agli-schiavi-che-si-credono-liberi/

DI TROPPA (O POCA) FAMIGLIA
Radici e zavorre: una mappa per raggiungere la libertà
di Ameya Gabriella Canovi

Di Troppa (o Poca) Famiglia

Radici e zavorre: una mappa per raggiungere la libertà

di Ameya Gabriella Canovi

Famiglia” sembra una parola semplice, condivisa.

Tutti noi ne impariamo il significato da piccoli, e tutti ci diremmo in grado di darne una definizione. Ma è davvero così?

In questo secondo libro, la psicologa Ameya Canovi torna per parlarci del concetto di “famiglia” in tutte le sue diverse sfaccettature. Famiglia come il luogo o, a volte, il non luogo in cui, che ci piaccia o no, dove accade tutto. Anche nella sua assenza.

La famiglia che può essere talmente ingombrante da allagare, con il suo presunto affetto, tutti i suoi membri. Le famiglie a trama stretta, che non permettono ai componenti di allontanarsi. O, di contro, quelle a trame larghe e disconnesse, quando troppa poca presenza fa sì che venga a mancare il senso della coesione, e la famiglia diventa assenza, fisica o emotiva, di chi la costituisce.

La famiglia come luogo in cui si custodiscono i segreti, e in cui ogni membro, pur di farne parte, sottoscrive un patto di lealtà silente. E, ancora, famiglie tradizionali e nuove famiglie, le cosiddette famiglie “arcobaleno”, di cui si sa ancora così poco.

Conoscere e ricostruire la propria storia familiare

Per scoprire le proprie eredità emotive e la presenza di traumi transgenerazionali, il modo in cui ci relazioniamo al nostro corpo, che deriva da come siamo stati accompagnati a conoscerlo, così come il nostro rapporto col cibo, il denaro, la religione, le persone.

Senza dimenticare che, qualunque siano la nostra storia e le nostre radici, è sempre possibile fare un bilancio delle ferite e trasformarle in risorse.

Nel volume si alterneranno parti teoriche, testimonianze e “fotografie”, cioè flash e cenni di svelamento della stessa storia familiare dell’autrice. Inoltre, alle parti teoriche verranno alternati casi clinici di storie familiari; ad alcuni capitoli seguiranno domande guida alla riflessione, per invitare i lettori a una breve autoindagine.

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