Regno Unito, altro che Boris Johnson: la Neoministra della Salute col Sigaro!

In rete gira una foto imbarazzante della neoministra della Salute Thérèse Coffey, fedelissima della neo premier Liz Truss che imbarazza la Corona.

Nel Regno Unito i party per i politici sono all’ordine del giorno. Non solo Boris Johnson, costretto a dimettersi da Primo ministro per le sue festicciole durante la pandemia da Covid, ora anche la neo ministra alla Salute Thérèse Coffey mette in imbarazzo la Corona. Di Coffey, come scrive Repubblica, fedelissima della nuova premier Liz Truss e per questo anche sua vice, circola una foto imbarazzante, anche se scattata anni fa.

Nell’immagine si vede la ministra in un party, con un grosso sigaro in bocca, la maglietta sporca (probabilmente con qualche drink rovesciatole addosso) e un bicchiere di prosecco. Insomma, un altro episodio, dopo quello di Sanna Marin, capo del governo finlandese, in cui un politico viene immortalato in atteggiamenti inusuali rispetto all’incarico istituzionale ricoperto.

Nell’esecutivo precedente con Boris Johnson, la Coffey ha ricoperto l’incarico di responsabile del Lavoro. A sentire gli oppositori, però, ora che è diventata ministra della Salute, i suoi “vizi” non sono tollerabili perché rappresenta una figura che dovrebbe promuovere un sano stile di vita nel proprio paese. “È vero, non sono un modello. Ma ho subito sulla mia pelle le disfunzioni della nostra sanità pubblica”, ha dichiarato riferendosi a quando anni fa rischiò di morire per un’infezione all’orecchio non diagnosticata.

Fonte: https://www.affaritaliani.it/esteri/regno-unito-altro-che-boris-johnson-la-neoministra-della-salute-col-sigaro-814540.html

LA CIVILTà DELL'ORTO —
La Coltivazione Elementare
di Gian Carlo Cappello

La Civiltà dell'Orto —

La Coltivazione Elementare

di Gian Carlo Cappello

L'idea di una “Civilta? dell’Orto” nasce per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

Cosa non facciamo:

  • nessuna lavorazione del terreno, neppure superficiale e neppure all'inizio della coltivazione;
  • nessun uso di fertilizzanti, antiparassitari, ammendanti e diserbanti (ne? chimici ne? organici né omeopatici) né E.M.;
  • nessuna rotazione colturale, consociazione varietale, compostaggio, sovescio, progettazione, calendarizzazione;
  • riduciamo al minimo l'apporto di acqua irrigua;
  • nessun intervento contro le cosiddette “malattie” né contro l'erba spontanea poiché considerate parte dei processi naturali di ripristino dell'equilibrio non comprensibili alla mente razionale;
  • non scegliamo dogmaticamente sementi antiche

Cosa facciamo:

  • preserviamo il naturale equilibrio della terra e del contesto di coltivazione;
  • consideriamo la crescita delle coltivazioni come conseguenza dell’equilibrio della biosfera;
  • cerchiamo di rendere le piante coltivate quanto piu? «selvatiche» possibile;
  • promuoviamo il cambiamento e la crescita interiore, affiniamo l'intuito, il sentire, la saggezza innata e l'intrinseca capacità creativa di risoluzione dei problemi;
  • sosteniamo l'autosufficienza alimentare e il superamento dell'economia capitalista.
  • favoriamo l’inserimento di nuovi/e partecipanti che condividano questi principi.

Il CAMBIAMENTO e? POSSIBILE!

Perché leggere questo libro:

  • Per scoprire perché in agricoltura "non fare" è meglio di "fare".
  • Per sentire la voce di un esperto agrotecnico con oltre 30 anni di esperienza nel campo.
  • Perché non si tratta solo di un manuale di agricoltura, ma anche di un'inaspettata riflessione sulla società e sui comportamenti comunemente accettati, talvolta inspiegabili, dell'essere umano.

Dalla quarta di copertina

La Coltivazione Elementare è la realizzazione più avanzata della filosofia del «non fare», concepita ormai mezzo secolo fa dal contadino giapponese Masanobu Fukuoka. Essa rivisita con creatività ed estemporaneità nel contesto di per sé perfetto della Natura l'esperienza di una ruralità tramandata di generazione in generazione.

Se la tecnologia ci rende dipendenti dalla razionalità allontanandoci dalla nostra vera dimensione naturale, la Coltivazione Elementare ci può affrancare dai disastrosi tentativi dell'umanità di controllare la vita.

Nei processi naturali c'è già la ricchezza per ottenere con ottimi raccolti l'autosufficienza alimentare delle comunità. La nostra esistenza si può allineare alla perfezione imperscrutabile che è dentro di noi.

Ciò che ho scritto non è e non vuole essere soltanto un manuale, ma ripercorre i miei cinquant'anni di esperienza sul campo ed è rivolto ai lettori e alle lettrici che già coltivano o coltiveranno e ai borderline desiderosi di liberarsi dal peso della città e della società capitalista.

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