La salute cerebrale dei 45enni è legata alla velocità della loro camminata

I segni dell’invecchiamento possono essere rilevati da un semplice test sulla deambulazione a 45 anni e il cervello dei deambulatori più lenti era diverso già a 3 anni.

La salute cerebrale dei 45enni è legata alla velocità della loro camminata 1

Dallo studio “Association of Neurocognitive and Physical Function With Gait Speed in Midlife”, pubblicato su JAMA Network Open da un team di ricercatori statunitensi, neozelandesi, danesi e britannici, viene fuori il sorprendente risultato che “La velocità di deambulazione dei 45enni, in particolare la loro velocità di deambulazione più veloce senza correre, può essere utilizzata come indicatore dell’invecchiamento del loro cervello e dei loro corpi”.

Secondo gli scienziati guidati da Line Jee Hartmann Rasmussen del Department of psychology and neuroscience della Duke University e del Klinisk Forskningscenters Amager og Hvidovre Hospitaler della Københavns Universitet, secondo una scala basata su 19 misurazioni, “I camminatori più lenti hanno mostrato di avere un “invecchiamento accelerato” e i loro polmoni, denti e sistema immunitario tendevano ad avere una forma peggiore rispetto alle persone che camminavano più velocemente”. Rasmussen spiega che “La cosa davvero sorprendente è che questo avviene nelle persone di 45 anni, non nei pazienti geriatrici che di solito vengono valutati con tali misurazioni”.

Ma la cosa altrettanto sorprendente è che, analizzando i test neurocognitivi fatti da bambini dagli individui coinvolti nello studio si poteva prevedere chi sarebbe diventato un camminatore più lento. “All’età di 3 anni, dai loro punteggi sul quoziente di intelligenza, la comprensione della lingua, la tolleranza alla frustrazione, le capacità motorie e il controllo emotivo, si poteva prevedere la loro velocità di camminata a 45 anni”, dicono alla Duke University.

Terrie E. Moffitt, una neuroscienziata che insegna alla Duke University e al King’s College di Londra, ricorda che “I medici sanno che i camminatori lenti di un’età compresa tra settanta e ottanta anni tendono a morire prima dei camminatori veloci della stessa età. Ma questo studio ha riguardato il periodo che va dall’età prescolare alla mezza età e ha scoperto che una camminata lenta è un segnale problematico già decenni prima della vecchiaia”.

I dati provengono da uno studio a lungo termine su 904 persone, nate tutte lo stesso anno a Dunedin, in Nuova Zelanda. I partecipanti sono stati testati, interrogati e misurati lungo tutta la loro vita e, più recentemente, dall’aprile 2017 all’aprile 2019. all’età di 45 anni. Gli esami eseguiti con la risonanza magnetica durante la loro ultima valutazione hanno dimostrato che “I camminatori più lenti tendevano ad avere un volume cerebrale totale più basso, uno spessore corticale medio inferiore, una minore superficie del cervello e una maggiore incidenza di “iperintensità” della sostanza bianca, piccole lesioni associate alla malattia dei piccoli vasi cerebrali. In breve, il loro cervello appariva un po’ più vecchio”.

Aggiungendo il danno alla beffa, un gruppo di 8 persone ha valutato la loro “età facciale” e i camminatori più lenti sembravano più anziani.

La velocità della deambulazione è stata a lungo utilizzata come misura della salute e dell’invecchiamento nei pazienti geriatrici, ma la novità di questo studio è la giovinezza relativa dei soggetti coinvolti e la possibilità di confrontare la velocità della camminata con i dati sulla salute che lo studio ha raccolto durante le vite di un campione ben definito ma generale di popolazione che ha in comune solo l’anno e il luogo di nascita.

Commentando lo studio su JAMA Netw Open, Stephanie Studenski, una geriatra dell’University of Pittsburgh School of Medicine, si chiede quali siano le implicazioni per la prima infanzia e fa notare che “Sebbene le associazioni persistano dopo aver tenuto conto dello stato socioeconomico dell’infanzia, ci sono molte cose che non sappiamo di questi bambini, tra cui le cure prenatali, il peso alla nascita, le malattie infantili, la funzione sensoriale, le situazioni domestiche o i rischi ambientali. I markers della salute cerebrale infantile erano tutti test delle performance che avrebbero potuto essere influenzati da altri problemi importanti, come la funzione sensoriale, l’ansia, la familiarità con i compiti o come si sentiva un bambino si sentiva il giorno del test. Non dovremmo supporre che i risultati scarsi dei test cognitivi nei bambini di 3 anni li condannino in qualche modo a problemi per tutta la vita, ma piuttosto, guardare in generale a ciò che potrebbe contribuire alle performance peggiori ed esplorare le strategie per migliorare questi contributori”.

Rasmussen conclude. “E’ un peccato non avere velocità dell’andatura e l’imaging cerebrale di loro da bambini, la risonanza magnetica è stata inventata quando avevano 5 anni, ma non è stata fatta sui bambini per molti anni ancora. Alcune delle differenze per la salute e cognizione possono essere legate alle scelte di vita che questi individui hanno fatto. Ma lo studio suggerisce anche che ci fossero già segnali nella prima infanzia di chi sarebbe diventato un camminatore più lento. Ora potremmo avere la possibilità di vedere chi starà meglio in salute in età avanzata”.

Tuttavia, per la Studenski “Le associazioni tra velocità dell’andatura e struttura del cervello tra questi individui di mezza età sono deboli. Dovremmo continuare a imparare di più su come i cervelli cambiano nel corso della vita, in termini di organizzazione neurale, connettività, neurotrasmettitori, recettori e sottili anomalie patologiche. Il cervello umano è dinamico; si riorganizza costantemente in base alle esposizioni e all’esperienza. In quanto organo finale, è influenzato da molti altri sistemi di organi. Forse in questo senso, la salute del cervello, riflessa nella struttura del cervello, nella cognizione e nella velocità dell’andatura, non è necessariamente una prima causa, ma piuttosto può essere una conseguenza o un mediatore di opportunità e di insulti per tutta la vita. Tuttavia, la velocità dell’andatura è un indicatore semplice e poco costoso del benessere durante l’età adulta. Prestiamogli attenzione e usiamolo”.

greenreport.it

Fonte: https://www.altrogiornale.org/la-salute-cerebrale-dei-45enni-e-legata-alla-velocita-della-loro-camminata/

FERMARE IL TEMPO
Con piccole dosi di cibo e benessere
di Franco Berrino

Fermare il Tempo

Con piccole dosi di cibo e benessere

di Franco Berrino

Fermare il tempo? Impossibile. Alle nostre velocità quotidiane non possiamo rallentarlo, ma c’è un tempo che possiamo fermare: è quello che passa senza che ci accorgiamo di vivere.

Accorgersi di vivere significa ascoltarsi

Quante volte ci fermiamo ad ascoltare il nostro cuore, il nostro respiro? Quante volte ci fermiamo ad ascoltare le nostre emozioni, i nostri pensieri? Fermare il tempo significa non invecchiare. Non possiamo arrestare il crescere dell’età anagrafica, ma possiamo far molto per rallentare il crescere dell’età biologica, che corrisponde allo stato di efficienza dei nostri apparati organici, la circolazione, la respirazione, l’efficienza cognitiva, muscolare, articolare, renale, immunitaria.

Come fare?

Il cibo vero può aiutarci? E la meditazione? L’esercizio fisico? I microbi dell’intestino? Il cibo può influire sul benessere mentale? Quanto conta la colazione del mattino? E la masticazione? Perché mettiamo su pancia? Perché chi ha la pancia si ammala di più? Come fare dolci senza zucchero?

Come liberare la propria energia vitale e raggiungere una condizione esistenziale di leggerezza? Ci sono cibi che influiscono sul sonno? Sulla sessualità? Sulla sterilità? Sulla fragilità degli anziani?

Nel suo nuovo libro Franco Berrino traccia le istruzioni per alimentarsi con giudizio e non ammalarsi. Da cosa partire? Dalla scelta degli ingredienti che si portano in tavola.

Mangiare una varietà di cibi naturali piuttosto che le manipolazioni industriali dei cibi è uno dei principali segreti per vivere più a lungo e felici. Lo spiega questo libro che raccoglie le «piccole dosi di saggezza» del medico e maestro riconosciuto della sana alimentazione.

Il Tempo

Da Il profeta, di Kahlil Gibran

E gli astronomi gli chiesero: Parlaci del Tempo.

Voi vorreste misurare il tempo, che è smisurato e immisurabile. Vorreste conformare la vostra condotta, e perfino guidare il corso dello spirito, secondo le ore e le stagioni. Vorreste fare del tempo una corrente sulle cui rive sedervi a guardarla fluire.

Eppure ciò che in voi è senza tempo, sa che la vita è senza tempo. E sa che ieri e domani non sono che il ricordo e il sogno dell'oggi. E che quello che in voi medita e canta vive tuttora nei confini di quel primo momento che seminò le stelle nello spazio.

Chi di voi non avverte che il suo potere d'amare è senza limiti? Eppure chi non sente che questo stesso amore, sebbene illimitato, è racchiuso nel centro del suo essere, e che non muove da pensiero d'amore verso pensiero d'amore, né da fatti d'amore verso altri fatti d'amore? E non è il tempo, come è anche l'amore, indiviso e immoto?

Ma se dovete nella vostra mente scandire il tempo in stagioni, lasciate che ogni stagione cinga tutte le altre. E che l'oggi abbracci il passato col ricordo, e il futuro col desiderio.

Un volume ricco di ricette e consigli di salute per accorgersi tutti i giorni della bellezza della vita.

"Iniziamo la giornata con un passo di danza. Danziamo la gioia di vivere, l'impermanenza, il mistero che sta dietro ogni cosa, ogni persona.

Rivolgiamo un pensiero all'immagine di Shiva Nataraja, il dio del tempo, il re della danza che governa il cosmo e la vita."

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