Parli bene o male degli altri

Vuoi avere una vita più felice? Cerca e trova il bene e il buono in tutti. Vuoi essere eternamente infelice? Fai il contrario!

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Immaginate un mondo in cui tutti vogliano vedere l’aspetto positivo delle cose, senza concentrarsi solo su ciò che non lo è.

Parlare degli altri è un’abitudine che può diventare sia una virtù – parlare bene, benedicenza – che qualcosa di tossico – parlare male, maldicenza.

La cosa peggiore o più pericolosa è che il cervello si abitua all’abitudine che decidiamo di assumere, sia a inclinarsi a pensare e a parlare bene che a fare il contrario.

La benedicenza si basa fondamentalmente sul parlare bene degli altri, anche se non si limita a questo, perché è una virtù che ci porta a tacere le imperfezioni o le mancanze altrui, oltre a sottolinearne virtù, qualità, doni, talenti…

Con questo tipo di lode non cerchiamo di coprire i difetti altrui, ma di aiutare le persone perché le loro tante virtù le aiutino a migliorare.

Al contrario, la maldicenza è quando diciamo qualcosa di negativo sugli altri, indipendentemente dal fatto che sia vero o meno.

È vero, onestamente è più difficile concentrarsi sugli aspetti positivi, sia nostri che degli altri.

Sembrerebbe che saltino alla vista soprattutto le cose negative mentre quelle positive si nascondono, anche se dovrebbe essere il contrario perché per natura siamo buoni e abbiamo più aspetti positivi che negativi.

Basta fare questo esercizio: compilate una lista delle vostre qualità e dei vostri difetti. Sono quasi certa che vi costerà di più stilare i pregi, mentre sui difetti tutto scorrerà liscio come l’olio.

È a questo che mi riferisco quando dico che bisogna lavorare per imparare a cercare gli aspetti positivi, perché alla fine diventi uno stile di vita, una virtù.

Tempo fa, e per il mio bene, ho deciso che se non avevo niente di positivo da dire su qualcuno, anziché optare per il silenzio mi sarei sforzata di cercare qualcosa di gradevole e buono in quella persona.

Ho voluto fare anche un passo in più, decidendo che ogni giorno mi sarei concentrata per cercare qualcosa di positivo in ogni persona con la quale interagivo e gliel’avrei fatto sapere.

Cose banali come salutare il cassiere del supermercato e fargli sapere che il blu della maglietta che indossa gli sta bene, dire alla mia amica Gaby che oggi sta benissimo o inviare un messaggio ad Ana María per farle sapere quanto mi manca la sua compagnia ora che è andata a vivere lontano…

Vivo così da anni, e faccio tutto ciò che è umanamente possibile per non criticare negativamente e non permettere che qualcuno sia sminuito davanti a me.

Ripeto, è una cosa su cui bisogna lavorare ogni giorno perché è molto facile cadere nel gioco assurdo della negatività e della censura.

Quale stile di vita scegliete? Ricordate che parlando degli altri – bene o male – parlate più di voi che di loro, perché ciascuno parla di quello che ha nel cuore.

Fonte: http://www.roccopoliti.it/?p=25615

L'ORTO SENZA FATICA
di Ruth Stout, Gian Carlo Cappello

L'Orto senza Fatica

di Ruth Stout, Gian Carlo Cappello

Questo libro non è solo un manuale di orticoltura, genere inviso alla Stout. È molto, molto di più.

Le domande più comuni di chi inizia a coltivare in maniera naturale trovano qui una risposta: la terra va lavorata e concimata ogni tanto? Quanto si deve irrigare? Che fare se arrivano le lumache? Si possono coltivare grandi appezzamenti con il "Metodo Stout"? Quali materiali si possono usare per una buona pacciamatura? La copertura di materiale vegetale non consuma l'azoto nel terreno? Quando e come va ripristinata la pacciamatura? Come si procede con le semine e le piantagioni in presenza di pacciamatura? Quanto materiale vegetale consuma ogni anno un orto pacciamato?

L'elenco dei quesiti che gli appassionati (e i critici) rivolgono alla Stout trova puntualmente risposte ineccepibili. E talvolta anche irridenti se gli interlocutori si mostrano arroganti.

"Le difficoltà derivano dal cercare di seguire le indicazioni di qualcun altro, obbedendo a delle regole invece di usare il proprio buon senso", chiosa la Stout.

Ruth è una persona simpatica e diventa subito familiare, questo rende più che piacevole lo scorrere delle pagine. È facile vedere in lei la vera precorritrice delle moderne metodologie di coltivazione biologica.

Ma un'altra ragione che mi ha motivato a diffondere in Italia questa pubblicazione è che essa può essere definita indispensabile per coloro che intendano intraprendere con le sole proprie forze il percorso verso una coltivazione veramente secondo Natura, magari per approdare alla Coltivazione Elementare.

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