Italia: l’esercito chiede l’acquisto immediato di “Droni kamikaze” israeliani

di Gloria Ferrari

È degli ultimi giorni la notizia della richiesta che lo Stato maggiore (in ambito militare l’insieme degli ufficiali collocati al vertice degli organismi più complessi) ha fatto al Parlamento italiano: poter acquistare gli Hero-30 israeliani, cioè piccoli velivoli a pilotaggio remoto, armati con una testata esplosiva, kamikaze.

Il 2 novembre la Commissione Difesa del Senato ha promulgato la sua approvazione. La Camera pochi giorni più tardi, il 9 novembre. Pare che il Governo avesse già in testa di dotare il paese di una difesa molto più forte, investendoci anche più denaro. Il premier Draghi ha infatti ribadito di voler incrementare la forza militare italiana soprattutto in aree dove gli Stati Uniti sono sempre meno interessati, come quella mediterranea e mediorientale. Secondo il Milex (l’Osservatorio sulle spese militari), le risorse dedicate alla Difesa nel 2021 ammontano a 24,97 miliardi di euro, con un aumento dell’8,1 percento rispetto al 2020 e del 15,7 percento rispetto al 2019.

Ma utilizzare droni kamikaze in operazioni all’estero e in particolare in territorio iracheno, rientrava davvero tra i piani del Governo? E soprattutto, che i droni in questione fossero gli Hero-30 prodotti dall’israeliana UVision?

Questi piccoli aggeggi sono in grado di essere telecomandati anche a decine di chilometri di distanza, abbattendosi poi contro l’obiettivo dopo averlo seguito e monitorato dall’alto. Sono molto precisi e per questo letali, offrendo un’ampia garanzia di riuscita. La loro peculiarità è che riescono il più delle volte a centrare bersagli che siano fissi in un punto o che stiano correndo, ad esempio: non fa differenza. Nessun laser, nessun esercito, nessun GPS, nessun elicottero. Il drone kamikaze uccide in solitaria, senza che anima viva si accorga di niente (queste sì che sono le cose di cui l’Italia ha bisogno… che schifo di mondo!) .

Nello specifico, hanno un peso di 3 chili, una autonomia dai 5 ai 40 chilometri e possono volare fino ad un massimo di 30 minuti. Ma prima di poter essere impiegati è necessario capirne il funzionamento con un corso di formazione a Tzur Igal, la città israeliana della UVision. In ogni caso, una grossa svolta in ambito militare, soprattutto in operazioni portate avanti da forze speciali, spesso in segretezza.

Milex sostiene che il costo complessivo del programma è stimato in 3,878 milioni di euro in cinque anni. Con un piccolo appunto fatto dal ministero della Difesa: “Sarà ritenuta ammissibile una deviazione negli oneri del 10%”. La decisione di acquistare droni Kamikaze pare sia giunta in seguito al “mutato scenario operativo in Iraq”.

Nei prossimi anni le maggiori operazioni anti-Isis dovrebbero passare nelle mani italiane, prendendo il testimone dagli USA, ma “L’utilizzo di velivoli a comando remoto creati appositamente per distruggere il loro obiettivo rischia tra l’altro di modificare la postura italiana nello scenario iracheno, oltre a rendere più facile il ricorso all’uso della forza”.

Secondo Milex non basta l’approvazione delle commissioni. La questione è così delicata che dovrebbe essere discussa in maniera più approfondita in Parlamento.

Articolo di Gloria Ferrari

Fonte: https://www.lindipendente.online/2021/11/11/italia-lesercito-chiede-lacquisto-immediato-di-droni-kamikaze-israeliani/

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di Gian Carlo Cappello

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L'idea di una “Civilta? dell’Orto” nasce per la sussistenza alimentare dei/delle partecipanti.

Ogni persona che contribuisce, sia con il lavoro sul campo sia con beni e/o servizi, può accedere al raccolto condiviso. Il Non-metodo di Coltivazione Elementare sviluppa il principio definito del «non fare».

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