Zenzero: proprietà, benefici e ricette

L’aspirante yogi ben presto realizza che praticare yoga non si limita alla semplice frequentazione di un corso in palestra.

Spesso si manifesta in noi il desiderio profondo di adottare uno stile di vita coerente con i principi yogici, che tocchi e trasformi ogni aspetto della nostra esistenza, e che ci faccia diventare più consapevoli di come ci muoviamo e utilizziamo il nostro corpo, di come respiriamo e ci nutriamo.

La natura è perfetta, ci offre cibi in grado di mantenerci in salute. Con questo articolo il desiderio è di divulgare una conoscenza tradizionale, antica e preziosa, affinché erbe e piante, oltre a costituire un condimento che rende il cibo delizioso, possano trasformare i nostri pasti in vera e propria medicina. (Se sei interessata all’argomento, leggi anche l’articolo dedicato a una delle spezie più usate nella cucina indiana e nella medicina ayurvedica: la Curcuma, oro in cucina.)

Lo zenzero è stato definito un supercibo. Spezia e pianta medicinale, tra le sue mille virtù annovera quella di essere afrodisiaco, dimagrante e stimolante del sistema immunitario. Ma analizziamo in dettaglio le sue caratteristiche.

Zenzero Pianta

Lo zenzero tra storia, curiosità e leggende

Lo zenzero, dal sanscrito singabera, ha un grande valore storico, medicinale, afrodisiaco e spirituale. Usato come spezia, condimento, cibo e rimedio curativo, lo zenzero veniva coltivato in India e Cina già 5000 anni fa. Fu introdotto in Occidente più di duemila anni fa dai commercianti di spezie. Era molto usato nell’antica Grecia e nell’Impero romano e grazie agli arabi fu piantato estensivamente in tutta l’Africa.

Nel Medioevo lo zenzero era così prezioso ed economicamente redditizio da arricchire chi lo coltivava. Successivamente la sua coltivazione si estese fino al Nuovo Mondo, soprattutto al Messico, America Latina e Caraibi, per opera dei colonizzatori spagnoli ed inglesi. Nel Corano si parla dello zenzero come di una pianta benedetta da Dio, benefica per lo sviluppo spirituale. Confucio, nel 500 A.C., come attestano i suoi scritti, non finiva mai un pasto senza masticarne un pezzetto di radice.

La famosa Scuola medica salernitana ne loda le virtù afrodisiache, affermando che un suo uso regolare avrebbe mantenuto vivo l’appetito sessuale fino a tarda età.
Lo zenzero è presente nella storia, in diverse leggende, si dice infatti che fu la Regina Elisabetta I a inventare il gingerbread man, uomo di pan di zenzero, dolcetto molto popolare della tradizione anglosassone, e  in molte fiabe antiche e moderne, dalle Mille ed una Notte fino a Shrek (vi ricordate Zenzy, l’omino di pan di zenzero?).

Zenzy, l'omino di pan di zenzero

Lo zenzero nella medicina ayurvedica e cinese

Le indicazioni terapeutiche nella medicina cinese ed ayurvedica riguardo allo zenzero sono similari.

Nella medicina ayurvedica si ricerca l’equilibrio dei tre dosha, Pitta (fuoco), Kapha (acqua e terra) e Vata (aria). Lo zenzero è particolarmente indicato nei casi in cui Vata è in eccesso, quindi per tutti quei sintomi in cui la digestione è carente. Inoltre si prescrive per nausea, insonnia, irrequietezza mentale.
Dato che un eccesso di Vata e una carenza di Pitta rallentano la circolazione e raffreddano l’organismo, lo zenzero porta calore, stimolando le difese, attivando il fuoco gastrico, Agni, e quindi manipura chakra. Elimina le tossine e il muco accumulato per uno squilibrio di Kapha. Nei casi di osteoartrite e artrite reumatoide, la medicina ayurvedica consiglia impacchi, compresse calde sulle zone interessate, oppure bagni completi di tutto il corpo in acqua calda dove è stato sciolto zenzero in polvere.

Nella medicina cinese, lo zenzero secco è prescritto per eliminare il muco dai polmoni, come espettorante, mentre quello fresco aumenta l’energia dello stomaco stimolando il qi del meridiano triplice riscaldatore. Inoltre promuove la digestione dei grassi e dei prodotti animali ed è per questo che viene usato nella cucina in tutto il medio oriente.

Caratteristiche della radice di zenzero

Lo zenzero (Zingiber officinale) è un rizoma dal gusto piccante e fresco, della stessa famiglia della curcuma e del cardamomo. Si trova fresco e in polvere secca. Contiene 477 costituenti chimici, tra cui acido ascorbico, beta carotene, lecitina, curcumina, selenio, triptofano, vitamine del gruppo A, B, C e K. Inoltre antiossidanti, sali minerali, ferro e gingerolo, che ha una forte azione antinfiammatoria e antibatterica.

Zenzero proprietà

Proprietà e indicazioni di utilizzo dello zenzero

  • Afrodisiaco, tonico, antiossidante, esaurimento nervoso, astenia e debolezza.
  • Dimagrante, disintossicante, diuretico, bruciagrassi, anticellulite, stimola il metabolismo, riduce il senso di fame.
  • Diarrea, stitichezza, flatulenza, meteorismo.
  • Anticoagulante, alcalinizzante del sangue.
  • Antivomito, antinausea (anche nei casi di mal d’auto, mal d’aereo, mal di mare).
  • Digestivo, anti-reflusso gastrico, riduce l’acidità di stomaco, alitosi.
  • Antinfiammatorio, combatte mal di testa e mal di denti, crampi mestruali.
  • Aiuta a mantenere bassa la glicemia nel sangue.
  • Antipiretico, stati influenzali, laringiti, tosse, raffreddore, catarro.
  • Effetto analgesico.
  • Rafforza le proprietà delle altre erbe.

Controindicazioni all’uso dello zenzero

  • Anche se utile contro la nausea mattutina e il vomito, lo zenzero è controindicato in gravidanza in quanto potrebbe stimolare le contrazioni uterine, soprattutto nel primo trimestre.
  • E’ sconsigliato inoltre alle persone che soffrono di iperacidità, emorragie, mestruazioni troppo abbondanti, ulcere e calcoli biliari.
  • E’ controindicato quando si usano farmaci anticoagulanti, antiaggreganti e ipotensivi.

Come coltivare lo zenzero in casa

Ma perché non provare a coltivare lo zenzero in casa? Non avete un giardino? Niente paura, basta un semplice vaso con della buona terra ed il gioco è fatto.
Consigliamo di usare zenzero biologico, in quanto spesso quello proveniente dall’estero, soprattutto dalla Cina, è imbottito di anticrittogamici nocivissimi.

Fonte: https://www.ilgiornaledelloyoga.it/zenzero-proprieta-ricette

MASANOBU FUKUOKA - L'AGRICOLTURA DEL NON FARE
La vita e la filosofia di colui che ha rivoluzionato il nostro rapporto con la natura e l'agricoltura.
di Larry Korn

Masanobu Fukuoka - L'Agricoltura del non Fare

La vita e la filosofia di colui che ha rivoluzionato il nostro rapporto con la natura e l'agricoltura.

di Larry Korn

Forse nessuno come Masanobu Fukuoka ha dato prova di come un'agricoltura contadina, senza macchine, basandosi solo sulla natura, possa essere l'unica vera attività ecologista, capace di risanare la terra.

Col suo metodo, che ha chiamato agricoltura naturale o "del non fare", ha sfidato l'agricoltura industriale dimostrando che l'uomo con le sue sole mani, un falcetto e poco più, è in grado di battere in produttività le macchine, i concimi chimici, i diserbanti, le varietà scientifiche e tutte le multinazionali agroalimentari, con costi quasi nulli e quindi praticando prezzi al pubblico più bassi dei supermercati e producendo alimenti di una qualità praticamente irraggiungibile da qualsiasi altro metodo.

Il volume documenta le radici del pensiero di Fukuoka (l'agricoltura giapponese e indigena, la permacultura, il biologico) e le sue prime applicazioni teoriche e pratiche.

Ricco di aneddoti personali, di riferimenti storici e di proposte concrete, questo libro è anche una guida per scelte più sostenibili non solo in agricoltura ma nella quotidianità di ciascuno di noi.

Un'agricoltura rivoluzionaria

Coloro che ne hanno sentito parlare e hanno letto i suoi libri hanno avuto la sensazione di trovarsi davanti alla proposta ecologica più rivoluzionaria.

Fra loro moltissimi lo hanno cercato, letto e ascoltato, alcuni hanno provato a mettere in pratica le sue lezioni, pochi ci sono riusciti e sono diventati dei punti di riferimento essenziali (il più importante è Panos Minikis in Grecia) ma diversi hanno rimandato l'impegno a una futura propria conversione e a un più radicale cambiamento di vita.

La differenza fra quella di Fukuoka e gli altri tipi di agricoltura biologica è che la sua capovolge radicalmente i pilastri della modernità. Eppure a guardare bene si riduce a poche cose: avvolgere i semi in palline di argilla, impiantare trifoglio nano nei campi di grano, dopo la battitura del grano ributtare nel campo tutta la paglia, mietere a mano e battere con una piccola macchina a pedale, disegnare dei campi di mille metri quadrati, seminare ortaggi come piante selvatiche...

Queste semplici azioni, anche se capaci di grandi risultati, non bastano a sfamare l'ansia che abbiamo di combattere quelli (multinazionali ecc.) che stanno facendo più male alla natura.

Schiavi della tecnologia

Siamo cresciuti nella civiltà della tecnica, nella prostituzione alla tecnica, che coincide con la mancanza di cultura diretta, sostituita da manuali di funzionamento. Non abbiamo identità e siamo pronti a buttar via l'ultima tecnica utilizzata non appena ce n'è un'altra che crediamo (ma siamo creduloni abbagliati da perline) più efficiente e moderna.

Come figli del XX secolo siamo abituati a passare molto tempo assorbiti da macchine di metallo e plastica che sono diventate il nostro ambiente, abbiamo difficoltà a dare un'importanza esistenziale, alimentare alla natura, che riusciamo solo a concepire come panorama, al massimo col vetro tirato giù.

L'agricoltura naturale impone di uscire dalla dipendenza meccanica, di trasformare i semplici atti di seminare, mietere manualmente (solo oche ore di lavoro fisico in un anno), spargere la paglia, in modi d'essere, restando fedeli alla loro semplicità. Verso il tramonto della sua vita, Fukuoka si è dedicato con tutte le forze alla lotta contro la desertificazione avanzante.

Grazie al suo impegno milioni di palline di argilla sono state sparse, anche con l'utilizzo di aerei, in zone semidesertificate della Grecia.

Dopo gli ultimi immensi incendi dei boschi, è apparso chiaro che questo modo di semina è il più a buon mercato e insostituibile là dove si tratta di rinverdire grandi estensioni di territorio.

La filosofia del non fare

Ma il messaggio più forte di Fukuoka è stato proprio quello del non fare, di staccare dalla modernità e riscoprire la mancanza di valore di questa corsa al progresso, di guardare alla natura come opera di Dio, come forma della sua volontà e provvidenza.

Il sorriso rimasto sul suo volto dopo la morte non è solo pienezza ma anche incoraggiamento per noi che restiamo.

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