Indottrinare (i bimbi sui profughi), indottrinare, qualcosa resterà!

di Giuseppe Sangregorio

Indottrinare, indottrinare, qualcosa resterà.

Dapprima nelle scuole erano episodi singoli: abolizione del presepe, dei canti natalizi nelle scuole, eliminazione del crocifisso dalle pareti delle aule per non offendere i profughi seguaci dell’islam, la loro cultura; ora oltre al mondo della politica che intende concedere il diritto di cittadinanza ai migranti nati in Italia, cominciano a scendere in campo in modo più articolato, diretto e organico sul piano culturale anche l’editoria scolastica e la maggior agenzia educativa statale, la scuola, con libri di testo adottati dagli insegnanti sull’accoglienza dei migranti, fiancheggianti le linee ufficiali governative. È il caso della scuola elementare Ernesto Solvay di Rosignano in provincia di Livorno. Nella sezione di storia del sussidiario adottato c’è una sezione “Cittadinanza e Costituzione” che contiene uno slogan: “Accogliamo insieme i profughi” e, a riprova, gli autori spiegano che: “Gli stranieri non portano solo problemi, come alcuni riferiscono, ma anche le loro culture, i loro modi di pensare, le loro tradizioni, le loro abitudini che rappresentano occasioni di crescita di una civiltà. Gli stranieri sono anche ricchezza!”.

Successivamente il testo illustra chi porta avanti tali iniziative: “Alcune associazioni di volontari” (Croce Rossa, Save The Children, Emergency), si legge,  “impegnate sin dall’arrivo nell’accoglienza dei migranti offrendo loro cibo, vestiti e un pasto nei centri di accoglienza di tutta Italia perché possano poi trovare un lavoro e vivere una vita dignitosa“. I migranti sono davvero una risorsa? Può essere in alcuni casi nel settore dell’economia ma in generale rappresentano un costo salato da parte dello stato italiano per la loro istruzione, per l’assistenza sanitaria e pensionistica. Una vita dignitosa? Ma realisticamente come può assicurala uno Stato che accetta indiscriminatamente tutti i rifugiati ma  non è in grado di assicurare condizioni di vita accettabili, un’istruzione che elevi i le soglie dell’apprendimento ma, al contrario, le abbassa adeguandole alle scarse conoscenze linguistiche della nostra lingua degli immigrati? A sostegno delle sue tesi sull’accoglienza coincidenti – guarda caso – con il pensiero unico dominante, il sussidiario cita l’articolo 10 della Costituzione italiana che, secondo gli autori, “si occupa dei diritti di queste persone e concede il diritto di accoglienza a tutti gli stranieri privati della libertà nel loro Paese”. È un grossolano abbaglio perché la Costituzione ammette il diritto di asilo a soli profughi per motivi politici e non illimitatamente a tutti, politici e non. Si tratta – come ognuno può capire – di una libera interpretazione del dettato costituzionale nella quale non è previsto alcun riferimento ad un’accoglienza indiscriminata. Un’altra perla del sussidiario in questione è contenuta nel paragrafo intitolato “Le migrazioni oggi come ieri” al cui inizio si citano addirittura i Fenici che “hanno attivato i flussi migratori e hanno contribuito a costruire grandi e importanti città nel Mediterraneo”. Ora, è storicamente proponibile il paragone con gli odierni flussi migratori ben più massicci e duraturi o, pur mentendo sapendo di mentire(i Fenici erano abilissimi mercanti, la maggior parte degli attuali migranti sono poco istruiti e sostenuti da ingenti finanziamenti EU) non esitano a indottrinare strumentalmente gli allievi? Si tratta di un’operazione culturale doppiamente dannosa perché una reale integrazione è impossibile(lo dimostrano i continui stupri, le efferate rapine, le differenze culturale come l’infibulazione femminile, i matrimoni di donne bambine, ecc.) se gli occidentali sono considerati infedeli, se si mescolano religione e concezione dello stato e, d’altra parte, l’Italia rischia di perdere la propria identità politico-culturale. A che scopo, dunque, battere il chiodo dell’accoglienza a scuola?

Articolo di Giuseppe Sangregorio

Fonte: http://www.lintraprendente.it/2017/10/indottrinare-indottrinare-qualcosa-restera/

IO, I TAROCCHI — CARTE
di Alejandro Jodorowsky

Io, i Tarocchi — Carte

di Alejandro Jodorowsky

Alejandro Jodorowsky è unanimemente riconosciuto come il più grande studioso di Tarocchi Marsigliesi.

Dopo la Via dei Tarocchi, in questo volume, Jodorowsky illustra il proprio approccio al linguaggio visivo e simbolico dei Tarocchi, facendo “parlare” ciascun Arcano.

Io, i Tarocchi, si divide in tre parti:

  • la Pratica – con moltissimi esempi e i giochi usati dallo stesso Jodorowsky 
  • il Pensiero – che spiega il modo con cui interpreta le carte 
  • la Poesia – che apre una finestra intuitiva e personale verso la magia degli archetipi.

Dalla quarta di copertina

Un libro di Alejandro Jodorowsky, che contiene le sue letture, i suoi metodi e i suoi giochi: la Pratica, il Pensiero e la Poesia dei Tarocchi.

lo, i Tarocchi è la seconda grande opera di Jodorowsky sui Tarocchi, il compendio naturale a La Via dei Tarocchi. Mentre in quel libro il maestro si concentrava sulla teoria e sulla conoscenza nascosta degli Arcani, in lo, i Tarocchi Jodorowsky racconta di un rapporto con gli archetipi più personale, intuitivo e magico.

La forza magnetica delle letture di Jodorowsky risiede nella capacità atavica, propria dei più antichi cantastorie, non solo di descrivere, ma di creare, nell'anima del lettore, l'universo che stanno narrando. E un soffio poetico in grado di trasmutare gli Arcani da simboli inanimati in forze vive, permettendo così quel salto cognitivo che distingue l'esperienza diretta e vissuta dalla semplice conoscenza teorica.

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