Vivere nell’illusione dell’immortalità materiale

di Marco Bazzato

Quanto dura la vita umana? Un anno, dieci anni, cento anni? Un secondo?
Spesso all’interno delle statistiche della vita media troviamo delle realtà che vanno oltre l’idea numerica della quantità statisticamente descritta.

Cosa si è oltre un numero statistico? L’uomo, inteso come essere senziente, tende e finge di ignorare che sopra il capo pende la spada di Damocle dell’Ignoto, dell’invisibile filo presente all’interno d’ognuno che può esser reciso in ogni istante, senza ritorno.

Si corre, si bruciano energie, risorse, si scatenano guerre, faide, omicidi, si ama, si genera e si toglie la vita, tutto per un ideale di immortalità, che trascende la vita stessa del singolo.

Viviamo per i posteri, per lasciare un segno sulle sabbie disperse dal vento della storia, che alla nascita di ogni nuova civiltà spazza via il passato, perchè vecchia e superata.

L’uomo con se stesso fa lo stesso, vive nell’illusoria arbitrarietà di una morte che mai giunge, di un eternità sulla terra credendo abbia lunghezza infinita, mentre rispetto al volgere cosmico del tempo, si è polvere nell’occhio di un infinito finito, che ci osserva dall’interno e dall’esterno, e che in un battere di ciglia, può spazzar via come un rifiuto tossico da gettare in discarica.

Oltre l’ammasso di massa organica che si degrada e si deteriora in base alle soggettività dei singoli, si è anche il prodotto del proprio sentire e pensare, ma anch’esso con lo spogliamento dei vesti carnali, rimane sospeso in un etere, fatto di ricordi parzialmente faziosi, di attimi e momenti della memoria che in modo arbitrario i posteri ricostruiscono o spacciano, come pensiero ed espressione di una massa inerte ormai fuori dalla storia, perchè presente nella storia, ma del passato ricostruito.

Un immenso palco di illusioni e artifizi, dove l’immortalità eterna del pensiero si scontra con la materialità della perdita del valore primario dell’essere stesso: la vita nell’attimo e nell’istante in cui procrea e si evolve, da quell’istante sino a giungere all’attimo fatale, l’istante della vita presente appartiene al passato, lasciando un idea fallace e distorta della vita stessa, rimasta attaccata sulla pelle e nelle percezioni, come eczema pruriginoso, che fa piangere e lacrimare, o sorridere per il solletico dei ricordi, che inopinatamente riaffiorano.

I sentimenti stessi, sovente sono una manifestazione distorta delle percezioni umane, dove la soggettività individuale, fa alterare la percezione stessa della realtà circostante, viziando come tossicomani di scorie ed emozioni passate, vissute ed elaborate, solo con l’ottica distruttiva della mancanza e della perdita.

Vivere con l’idea fallace della presunta eternità dei corpi, porta l’uomo stesso ad attaccarsi ad una materialità, come proiezione di se stessi e delle proprie paure di perdere il rivestimento pellaceo del corpo.

L’attaccamento smodato al materialismo totale nella società contemporanea, porta l’uomo stesso rendere dei feticci idolatrati, oggetti, proprietà, potere, prestigio, desiderio di controllo sulla vita altrui, perchè la paura stessa della perdita, viene vissuta come vittoria della morte e dell’oscurità della non esistenza, rispetto alla vitalità della vita intesa come realtà che trascende la pura illusoria materialità della carne, e come tale si deteriora trasformandosi in ammasso informe di polvere ed ossa consunte, da essere gettate alla fine in un ossario e dimenticate per sempre.

Articolo di Marco Bazzato

RESTART METABOLICO
31 giorni per ritrovare la forma e tornare in salute
di Danilo De Mari

Restart Metabolico

31 giorni per ritrovare la forma e tornare in salute

di Danilo De Mari

L'uomo ha scordato qual è il cibo migliore per lui e ha sostituito gli alimenti integri con gli alimenti modificati dall'industria alimentare.

Quante volte, dopo aver mangiato, ci sentiamo gonfi e ancora affamati? Non è fame nervosa ma il modo in cui il corpo esprime il suo bisogno di vitamine, sali minerali e nutrienti.

Il cibo che portiamo in tavola ha ormai perso quasi per intero il proprio patrimonio di principi nutritivi e ci assicura solo un bel carico di calorie, che si depositano in cuscinetti di grasso. Ingrassiamo morendo di fame!

Ma non è tutto. Le nostre vite frenetiche ci fanno accumulare tossine che inducono stati di infiammazione cronica, stress ossidativo e acidità, mentre lo stress psicologico ci spinge a reprimere le emozioni negative: rabbia, paura, tristezza, senso di colpa ci intasano, spesso spingendoci a mangiare ancora peggio.

Ed ecco servita la ricetta perfetta per un metabolismo rallentato, che non fa più il suo lavoro e ci regala invece una lunga lista di problemi: sovrappeso, gonfiore, meteorismo, acidità, cattiva digestione, dolori addominali, stanchezza, mancanza di concentrazione, irritabilità.

Divano. Televisione. Cibi altamente processati. Ecco i nemici giurati del benessere e del girovita.

Per perdere peso e non recuperarlo mai più dobbiamo allearci con il nostro metabolismo. In tre fasi distribuite in 31 giorni il metodo De Mari opera un restart metabolico: senza privazioni, senza ricette dagli ingredienti introvabili, con l’ausilio di semplici workout mirati che rimetteranno in movimento anche i più sedentari e con un occhio allo stile di vita italiano, il programma depura il corpo dalle tossine e spegne l’infiammazione, ripristinando l’equilibrio che ci consente di perdere peso mentre ritroviamo energia e benessere in modo stabile e duraturo.

"Non lo facciamo per somigliare a modelli irraggiungibili. Lo facciamo per noi stessi e per sentirci a nostro agio dentro il nostro corpo."

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