Vivere in Antartide può far rimpicciolire il cervello

L’isolamento delle missioni lunghe in Antartide è stato associato alla perdita di volume in alcune regioni del cervello, causata da monotonia e scarsità di stimoli.

Un deserto di ghiaccio dal fascino indiscusso, ma che alla lunga presenta il conto in termini di salute e funzioni cognitive: è l’Antartide secondo un nuovo studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, che dimostra come un lungo soggiorno in questo continente remoto possa avere effetti visibili sul cervello, in particolare sul volume cerebrale.

Dopo aver trascorso 14 mesi in una base di ricerca in Antartide, 9 ricercatori sono tornati a casa con un assottigliamento visibile di alcune regioni cerebrali – un cambiamento legato all’estremo isolamento e alla poca varietà di relazioni sociali, non molto diverso da quello che, probabilmente, si vivrebbe in un lungo viaggio spaziale. Le perdite più significative si sono registrate nell’ippocampo, una regione cerebrale cruciale per l’apprendimento e la memoria, ma anche per la capacità di processare le emozioni e stabilire interazioni umane.

La stazione di ricerca Neumeyer III, in Antartide.
| WMO, Flickr

Fuori dal mondo. Alexander Stahn, un ricercatore esperto di medicina spaziale della Charité-Universitätsmedizin di Berlino, ha reclutato nove ricercatori in procinto di trascorrere 14 mesi nella Neumayer Station III, una base di ricerca tedesca dell’Alfred Wegener Institut posizionata sulla piattaforma di ghiaccio Ekström, vicino al Mare di Weddell. Prima della spedizione, tutti gli scienziati meno uno (che non ha potuto per ragioni mediche) sono stati sottoposti a risonanza magnetica (MRI) e alla misurazione di una proteina chiamata fattore neurotrofico cerebrale, o BDNF. Questa sostanza supporta la crescita di nuove cellule nervose e la sopravvivenza dei neuroni già esistenti: è attiva nelle aree coinvolte in apprendimento e memoria e senza di essa l’ippocampo non riuscirebbe a formare nuove connessioni (sinapsi).

Rinsecchiti. Gli esami sono stati ripetuti nel corso e al termine della missione polare. Rispetto al gruppo di controllo, i ricercatori a fine spedizione mostravano un volume dell’ippocampo e una quantità di BDNF ridotti. Durante il soggiorno, il giro dentato, una parte dell’ippocampo fondamentale per i processi di neurogenesi e la codifica dei ricordi, si è assottigliato in media del 4-10%: rispetto a prima della partenza, gli scienziati hanno ottenuto anche punteggi minori nei compiti spaziali e di attenzione selettiva. Altre riduzioni meno evidenti si sono osservate in aree della corteccia – lo strato più esterno e “rugoso” del cervello, centrale per le funzioni cognitive più avanzate e complesse.

Alla fine della missione, inoltre, i livelli di BDNF risultavano diminuiti del 45%, e lo sono stati fino ad almeno un mese e mezzo dopo il ritorno a casa. Le perdite più evidenti di fattore neurotrofico erano correlate alle maggiori riduzioni di volume cerebrale.

Ginnastica per il cervello. Lo studio sembra suggerire che isolamento e carenza di stimoli possono portare a una riduzione del volume cerebrale e a un impoverimento delle funzioni cognitive essenziali come la memoria: poiché il campione studiato è molto ridotto, occorre tuttavia una certa cautela nell’interpretare i risultati.

Da passati studi sui topi è emerso che i periodi di isolamento prolungato e l’esposizione a un contesto monotono influenzano negativamente la capacità del cervello di formare nuovi neuroni e portano ad alterazioni del volume cerebrale simili a quelle osservate sui ricercatori antartici. Anche se la capacità di produrre nuovi neuroni sembra perdersi con l’età adulta, l’ippocampo riscrive continuamente i circuiti neurali mano a mano che apprendiamo e accumuliamo ricordi. Tutto questo fa sperare che il processo di impoverimento sia reversibile e – possibilmente – prevenibile, attraverso l’arricchimento di stimoli volti a contrastare noia e solitudine.

Fonte: https://www.focus.it/scienza/salute/vivere-in-antartide-puo-far-rimpicciolire-il-cervello

IO SONO IL PADRONE DELLA MIA ANIMA
Primi dialoghi con Victoria Ignis
di Salvatore Brizzi

Io Sono il Padrone della Mia Anima

Primi dialoghi con Victoria Ignis

di Salvatore Brizzi

In questo testo Salvatore Brizzi racconta i suoi primi incontri con l'iniziata Victoria Ignis, che per diversi anni svolgerà nei suoi confronti il ruolo di maestra spirituale, trasmettendogli i principi del lavoro su di sé e sottoponendolo a prove di vario genere.

Tali incontri vengono descritti dall'autore come "a metà strada tra il reale e l'irreale. Pur essendo seduti insieme al tavolino di un bar o sui sedili di un treno, lo scorrere del tempo era alterato. Talvolta, dopo aver trascorso una giornata insieme a lei, l'esperienza assimilata dal mio cervello fisico si poteva riassumere in poche frasi, mentre altre volte, quando tornavo a casa ero in grado di riportare sul quaderno dei miei appunti ogni sua singola parola".

Quando un essere umano realizza la sua impotenza, quando vede chiaramente la sua meccanicità, la sua assenza di vero volere, quando l'esistenza lo mette all'angolo, lo soffoca, lo schiaccia, non gli lascia via d'uscita... allora si creano le giuste condizioni perché possa accadere qualcosa d'importante.

In questo piccolo libro sono esposte una filosofia e una pratica in grado di rivoluzionare la tua vita. Le parole che leggi sono importanti, perché entrano in te e iniziano a lavorare per mesi, per anni, finché non ottengono l'effetto per cui sono state create dal loro autore.

Leggi questo libro almeno tre volte, affinché le idee che vi sono esposte entrino realmente a far parte del tuo modo di vivere, conducendoti così alla liberazione dalla pericolosa illusione che là fuori ci sia un mondo separato dalla tua coscienza. Portalo sempre con te come fosse un talismano, perché la Forza che si sprigiona da queste pagine può aiutarti a raggiungere i tuoi scopi... o a trovarne uno.

"Questo libro è il libro dell'impossibile...

Qui vi verrà detto, con la massima impudenza, che l'universo come lo conoscete, con le sue città, le fabbriche, le automobili, le persone, le stelle e le galassie... in realtà non esiste come entità separata al di fuori di voi. Vi verrà detto che tutti quanti noi siamo vittime d'una terribile illusione che ci fa credere di essere noi nel mondo e non il mondo dentro di noi.

Solo poche persone su questo pianeta si sono accorte di tale crudele inganno. Queste rare persone partecipano dell'Uno senza forma e senza tempo. Tutti gli altri strisciano nella fogna dello spazio-tempo, e non li si può biasimare per questo: realizzare la verità esige lo stesso coraggio che occorre per sfidare il Sole a chi abbassa lo sguardo per primo!"
Salvatore Brizzi

"Stai sull'emozione che provi in questo momento. Stai sull'ansia, sulla paura, sul fastidio... senza giustificarli mai. Non cedere alla tentazione di dare la colpa della loro presenza a un evento esterno."
Victoria Ignis

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