di Antonio Albanese
Secondo un nuovo studio pubblicato sul sito di raccolta dati scientifici Medrxiv.org, l’utilizzo di mascherine fa aumentare notevolmente l’inalazione di CO2, causando un generale deterioramento cognitivo e della salute.
Secondo lo studio, utilizzando le FFP2, si supera velocemente la soglia di sicurezza di CO2, inalandone una quantità 10-20 volte superiore rispetto alla normale respirazione.
Si tratta del primo studio, in merito, che tiene conto del “rebreathing”- ovvero di valutazione della respirazione in circuito chiuso – con “captazione (inalazione) del CO2 dei gas espirati” in tempo reale.
Nello studio, ancora in fase preliminare, si raffrontano i valori di assunzione di anidride carbonica, come sappiamo dannosa per la salute:
- con una respirazione libera si rileva una concentrazione 458 ppm di CO2
- con l’utilizzo delle cosiddette mascherine chirurgiche ben 5.271 ppm
- con le mascherine FFP2 si raggiunge addirittura la soglia 10.143 ppm
Tenendo conto che il limite di sicurezza sul lavoro e di 5000 ppm ci accorgiamo che la soglia è già superata utilizzando le mascherine chirurgiche, mentre è più che doppia con l’uso delle FFp2.
L’uomo inala l’ossigeno presente nell’aria durante l’inspirazione e rilascia anidride carbonica nell’aria durante l’espirazione. L’aria inspirata liberamente contiene normalmente una gran quantità di ossigeno mentre una minima quantità di anidride carbonica. L’aria espirata, invece, contiene solo il 16% di ossigeno, ma già il 4% di anidride carbonica. L’anidride carbonica già a partire da una concentrazione di 1000 ppm di anidride carbonica compromette prestazioni, la concentrazione e il benessere generale dell’individuo.
Con queste premesse immaginiamo come e quanto possa influire l’uso della mascherina, specialmente FFp2, nell’utilizzo continuativo che moltissimi ne fanno, per la salute e il benessere cognitivo.
Mentre dal 1° maggio le mascherine non saranno più obbligatorie in negozi, bar e ristoranti, musei, secondo l’Ordinanza “ponte” del Ministro della Salute di aprile, resta l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione di tipo FFP2 su mezzi di trasporto, spettacoli al chiuso e strutture sanitarie.
Senza contare l’obbligo, per i nostri figli, ad indossarla durante l’orario scolastico: fatto e costume gravissimo poichè in questo caso ad essere colpiti sono soggetti deboli e con un metabolismo ancora in via di sviluppo.
Anche all’aperto, c’è da dire purtroppo, anche finito l’obbligo, il Paese si scopre ancora terrorizzato e segnato da oltre due anni di campagna di terrorismo mediatico. La quotidianità degli italiani infatti non sembra affatto cambiata, in tanti indossano comunque Ffp2 o chirurgiche anche all’aperto o quando non obbligatorio.
Come ammesso anche da molte ex “virostar” come Matteo Bassetti, responsabile della diffusione e sedimentazione di questo orribile clima di panico, la mascherina da strumento sanitario si è trasformata in una sorta di “coperta di Linus”, un rifugio sicuro a cui aggrapparsi in un mondo fatto di informazioni contraddittorie, specie per i più piccoli.
Ed è cosi che la mascherina non andrà mai a finire nel secchio dei rifiuti, al massimo in una tasca, nell’altra il green pass, pronta ad essere tirata fuori magari a Settembre, quando, ci si può scommettere, gli obblighi torneranno, magari con la diffusione della notizia dell’ennesima variante micidiale.
Articolo di Antonio Albanese
Fonte: https://visionetv.it/studio-su-mascherine-con-ffp2-deterioramento-cognitivo-e-della-salute-generale/