Due lettere in stile gotico e due numeri formano un murales: MS-13. La firma del diablo si trova sotto un ponte di Gaithersburg, a soli 30 chilometri dalla Casa Bianca. È così che la gang latina marca il suo territorio. Proprio in questo sobborgo rurale di Washington, tra i quartieri residenziali sparsi nel verde, si sono commessi crimini atroci.
Giugno 2016, la ventenne Vanessa Alvaro invita Christian Villagrans-Morales al Malcom King Park con la promessa di offrire il suo fascino. Al suo posto il ragazzo trova quattro membri della MS-13 che lo pugnalano 150 volte. Il motivo? Pensano che Villagrans-Morales appartenga a una gang rivale, la 18th Street.
Gennaio 2017, sempre a Gaithersburg, Damaris Reyes-Rivas – che ha soli 15 anni – viene torturata e uccisa da 10 membri di una cellula della gang. Non solo la uccidono in modo brutale, ma riprendono anche la scena con lo smartphone.
Settembre 2017, pochi chilometri più a sud viene ritrovato un cadavere. La vittima è stata pugnalata un centinaio di volte, decapitata e smembrata. Poi, alla fine, il suo cuore è stato strappato via e gettato in una fossa. Al momento, l’unico accusato dell’omicidio è Miguel-Angel Lopez-Abrego, 19 anni e membro, ancora una volta, della MS-13.
Alcuni media parlano di “omicidio satanico” e, in effetti, non hanno tutti i torti. Alcuni dei fondatori della gang sono infatti amanti del satanismo. Anche il loro simbolo, la mano con le due dita alzate, è noto come “la garra”, un riferimento spagnolo agli artigli di Satana. Non sono mancati, poi, episodi in cui i membri della gang hanno detto agli investigatori di aver commesso i loro crimini per volere della demonio.
“La gang MS-13 è il nemico pubblico numero uno”
Il 6 febbraio scorso il presidente americano Donald Trump ha convocato una tavola rotonda alla Casa Bianca per discutere della “enorme minaccia della MS-13″, considerata “una delle bande più violente e crudeli al mondo”. Dall’omicidio di Kayla Cuevas e Nisa Mickens – le due ragazze uccise a New York nel 2016 -Trump ha infatti indicato la gang MS-13 come il nemico pubblico numero uno. “La MS-13 sta reclutando attraverso il nostro sistema di immigrazione disfunzionale, violando i nostri confini” – ha tuonato Trump – e senza il muro (sul confine messicano), non risolveremo mai questo problema”.
L’area di Washington diventa un punto di riferimento per le attività della gang con l’arrivo, a partire dagli anni ’90, di una grande ondata di persone in fuga dalle guerre civili dell’America centrale. La Mara Salvatrucha, nome originario della gang, è nata a Los Angeles un decennio prima. Si è sviluppata in risposta agli attacchi delle altre bande nere e messicane, e anche attraverso un’alleanza con la mafia messicana, la Eme. Non indifferente al suo sviluppo, poi, il fatto che migliaia di suoi membri siano stati espulsi dalle prigioni americane.
Di ritorno in El Salvador, Honduras e Nicaragua e di fronte a dei governi impotenti, la MS-13 è diventata poi un’organizzazione criminale transnazionale – l’unica banda designata come tale dal Fbi nel 2012 – accanto ai cartelli della droga e alle mafie siciliane o russe. “Un terzo dei suoi 30mila membri si sono infiltrati nel nostro Paese e si sono diffusi in più di 40 stati”, afferma l’agente John Cronan. “Sono circa 2000 a Los Angeles e Long Island, tra gli 800 e i 1200 a Dallas, Houston e Boston, e quasi 3mila nella capitale”.
“Il silenzio che li circonda è la loro forza”
Solo nell’area di Washington, la MS-13 è accusata di una dozzina di omicidi avvenuti l’anno scorso. “Uccidere, stuprare e controllare”. Sarebbe questo, infatti, il grido di guerra della gang. E i suoi indizi satanici sul luogo del delitto lasciano poco spazio all’immaginazione degli investigatori.
“Le comunità latine in cui è presente l’MS-13 sono spesso terrorizzate – dichiara a Le Figaro un leader anti-gang della contea di Montgomery – È abbastanza difficile per queste persone denunciare le azioni della banda alla polizia. Il silenzio che li circonda, dunque, è la loro forza”.
Oltre alla sua violenza barbarica, la MS-13 è abbastanza sofisticata da rintracciare reclute e vittime su Internet. Trovano la loro preda sui social network e poi, sfruttando la loro presenza all’estero, minacciano i parenti di coloro che arruolano nel loro paese di origine. Tra il 2014 e il 2016, sono quasi 200mila i minori non accompagnati fuggiti dalla violenza delle bande nel “Triangolo Nord” dell’America Centrale, una delle regioni più violente al mondo. Ma le vittime sono ricadute nelle loro grinfie non appena arrivati negli Stati Uniti.
Solo qualche giorno fa Trump ha scritto su Twitter: “Membri della gang Ms-13, l’organizzazione criminale transnazionale Mara Salvatrucha, vengono rimossi a migliaia dai nostri fantastici agenti di confine e dell’immigrazione, ma questi assassini tornano da El Salvador, e attraverso il Messico, come se fossero acqua. El Salvador prende soltanto i nostri soldi e il Messico deve aiutare di più su questo problema. Abbiamo bisogno del muro!”.
Difficilmente, però, un muro riuscirà a soffocare questa violenza abissale ormai radicata che dilaga da anni negli Stati Uniti.
Fonte: https://it.insideover.com/politica/stati-uniti-gang-ms13.html