Quando l’ansia somatizza nella gola

di Sabrina Quattrini

La gola ci permette di parlare: attraverso la voce comunichiamo agli altri il nostro pensiero, esprimiamo i nostri stati d’animo. Somatizzare l’ansia a livello della gola è un chiaro segno che abbiamo una difficoltà o un blocco nell’esternare agli altri qualcosa di noi stessi.

Le somatizzazioni alla gola sono molto comuni, e si possono manifestare attraverso una sensazione di nodo alla gola, un senso di costrizione, o conati di vomito.

Il nodo alla gola è anche detto bolo isterico. Chi ne soffre, sostiene di avvertire la presenza di un corpo estraneo a livello della faringe, come “qualcosa che non riesce a mandare giù”, e che ostruisce parzialmente la gola.

Di conseguenza, può avere paura di soffocare quando  mangia e beve, o l’impressione che il cibo possa andargli di traverso. Può avere difficoltà nel deglutire o, al contrario, il bisogno di deglutire in continuazione.

Visto in chiave psicosomatica, il nodo alla gola può simboleggiare l’idea, il pensiero o l’emozione che cerca di venire a galla e che tentiamo di reprimere. Può anche voler indicare che siamo contrari a qualcosa, ma non osiamo esprimerlo e quindi non riusciamo a mandare giù ciò che non ci piace.

Talvolta, chi avverte costrizione alla gola non necessariamente avverte anche la sensazione di corpo estraneo. La costrizione alla gola è tipica di chi molto spesso soffre anche di reflusso gastro – esofageo. Il reflusso però non ne costituisce una causa, piuttosto è un co-effetto dell’ansia.

La costrizione alla gola non è una semplice sensazione, al contrario è determinata da un meccanismo fisiologico reale, messo in atto dal corpo quando abbiamo paura, e ci mettiamo in uno stato di difesa.

In casi particolari, il senso di costrizione può rivelarsi particolarmente intenso e fastidioso, al punto da provocare conati di vomito.

Il conato, in questo caso, è un chiaro tentativo di allentare la tensione a livello della gola. Esso infatti non è che una contrazione spasmodica della muscolatura respiratoria, finalizzata a ripristinare una più adeguata respirazione, venuta meno per effetto dell’attacco di ansia.

Gli spasmi prodotti dai conati di vomito hanno come effetto una improvvisa dilatazione del canale aereo, per cui, passata la crisi, il senso di costrizione scompare, o si attutisce notevolmente.

La paura è l’emozione all’origine di uno stato ansioso, e il senso di costrizione alla gola ne è la manifestazione somatica.

Il conato è invece la chiara manifestazione del rifiuto di qualcosa o qualcuno, e della situazione che stiamo vivendo. Questa forma di somatizzazione può determinare in alcuni casi, ma non necessariamente, la cosiddetta emetofobia, ovvero la paura ossessiva del vomito.

Con la conseguenza che si eviteranno tutti quei contesti in cui si potrebbe star male (uscire col partner, cene o pranzi in compagnia, feste, e così via).

Che si arrivi o meno al vomito vero e proprio, lo sforzo indotto dal conato è comunque sufficiente, nella gran parte dei casi, a liberarci momentaneamente dall’oppressione dell’ansia. il senso di momentaneo di benessere che ne deriva è effettivamente simile a quello che si prova dopo aver vomitato per una indigestione.

È bene, però, considerare anche il rovescio della medaglia. Alla lunga, infatti, c’è il rischio che il ricordo dell’esperienza traumatica dell’atto di rigettare possa essere sostituito nella nostra memoria emozionale da quello del sollievo che ne consegue. 

Un effetto di ciò potrebbe essere quello di considerare l’atto di vomitare non più come esperienza sgradevole, e quindi da evitare, bensì come migliore soluzione da adottare al bisogno, per ottenere un sollievo immediato.

In tal caso, il conato di vomito diventerebbe il meccanismo consolatorio di cui sarebbe poi molto difficile potersi liberare.

Articolo di Sabrina Quattrini

Fonte: https://www.comecambiarevita.it/2012/11/quando-lansia-somatizza-nella-gola.html

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