La mascherina di regime

La mascherina

Prima che ci trovassimo in questa situazione surreale e paradossale la mascherina mi ricordava il carnevale, le feste appunto in maschera.

Era utilizzata fin dalla preistoria per rituali religiosi, poi anche nelle rappresentazioni teatrali o nelle feste popolari.
Era un efficace mezzo di comunicazione tra gli uomini e le divinità, essendo uno strumento che permette di alienarsi dalle convenzioni spazio-temporali, al fine di proiettarsi all’interno di un altro mondo, divino, rituale, mistico.

Colui che indossa la maschera perde la propria identità per assumere quella rappresentata dall’oggetto rituale.

La mascherina ora è anche uno strumento di soppressione

Girando per la città fra persone con la mascherina percepisco una spiacevole emozione, attribuendo il mio sentire alla situazione generale che stiamo tutti vivendo.

Cercando di focalizzarne l’origine, mi passano le immagini di persone che incrocio che si spostano per essere sicure di rispettare lo spazio canonico del metro, auto della polizia e dei carabinieri, carabinieri che fermano persone, e tutto quanto.

Le forze dell’ordine fermano chi non ha la mascherina, dicono o anche ti urlano di metterla perché c’è un’ordinanza, di valore irrituale, che impone di portarla da quando esci dalla porta di casa tua fino a quando rientri.

Se ti rifiuti prendono le tue generalità, ignorano come se fossero sordi qualsiasi spiegazione tu voglia offrire per cui quell’imposizione è illegittima, ti fanno un verbale di accertamento per una violazione che non esiste e che viene sanzionata con il pagamento centinaia di euro.

Nel mentre sei circondato da curiosi che annuiscono con approvazione l’intervento delle forze dell’ordine, scuotendo la testa con disapprovazione mentre guardano il reo di un crimine inesistente. E a volte arriva una voce dalla seconda fila degli astanti: “Bene! Il doppio gli darei di multa!”

Sarò paranoico se mi viene il dubbio che alle informazioni personali raccolte venga aggiunta anche una nota che sei restio ad accettare imposizioni provenienti dalle autorità?

Che sia uno strumento di controllo sociale appare evidente da quanto ho osservato.

Ci sono persone che portano la mascherina nei modi più disparati. Chi tiene fuori il naso, chi la mette sotto al mento, chi porta sempre la stessa da quattro settimane, chi non la porta affatto. Ovviamente questi modi non offrono alcuna prevenzione sanitaria, a prescindere dalla più che probabile innocuità del virus.

Pare che l’errato uso sanitario della mascherina non interessi ai tutori dell’ordine. Non ti danno la multa. Quando te li trovi di fronte ti dicono di metterla. Se lo fai, sei ubbidiente fino al punto da eseguire ordini illegittimi, rinunciando ai tuoi diritti costituzionali. Sei sottomesso, alle autorità questo piace molto, e te la cavi senza multe.

Se non lo fai, il tuo illecito potrebbe venire esposto in caratteri cubitali fuori dall’edicola del paese nella locandina del giorno dopo. NON PORTAVA LA MASCHERINA! MULTATO!

Una volta tale onore era riservato agli assassini.

Non è una mascherina, è una museruola

Improvvisamente vedo con certezza l’origine del mio malessere.

L’interazione con i miei simili viene fortemente inibita dalla mascherina che le persone “indossano”. Indossare — mettersi indosso un indumento, infilarsi un capo di vestiario — è un termine che sento sempre più spesso dai media. La mascherina come capo di abbigliamento. Fa pensare.

La cosiddetta “mascherina” nasconde l’espressione facciale.

La mia comunicazione è fortemente impedita, mi mancano i sorrisi, le espressioni di saluto, anche l’indifferenza, perché no, anche quelle manifestazioni sono parte delle interazioni di ogni giorno che la mascherina impedisce.

Non indosso la mascherina se non nei casi in cui per avere la possibilità di fornire un servizio, devo decidere se metterla o meno, come in posta, se voglio spedire un libro a una persona che lo aspetta.

La immagino togliere il libro dalla busta e iniziare a sfogliarlo desiderosa di leggere l’indice, dare un rapido sguardo ai contenuti, e non posso che decidere per il sì.

Percepisco lo sguardo ostile di alcune persone che incontro, per loro sono uno degli irresponsabili che non si curano di evitare che il “virus” si diffonda ulteriormente.

Vorrei dire a loro che io non sono il nemico, vorrei invitarle ad uscire da quello stato di paura far sapere che non porto la mascherina perché non accetto che calpestino i nostri diritti costituzionali e dell’Uomo, e mi piacerebbe che facessero altrettanto, nel rispetto del loro libero arbitrio.

Con il mio sguardo cerco di mandargli tutto questo, ma mi ritrovo due passi più avanti frustrato.

La mascherina è lo strumento del vero distanziamento sociale

Quando sentiamo parlare di distanziamento sociale generalmente pensiamo alla particolare imposizione del governo di mantenerci alla distanza di un metro, come se il “virus” potesse saltarci addosso da una distanza inferiore.

Questo è il distanziamento fisico, la mascherina porta a un distanziamento più profondo, quello da anima ad anima, impedisce la manifestazione delle nostre emozioni.

Quando guardi una persona con la mascherina sei di fronte a qualcosa di immobile, fisso, per l’appunto inespressivo, come i manichini nelle vetrine. Anche la conversazione diventa a volte difficoltosa, capita di dover far ripetere cosa è stato detto per capire cosa hanno bofonchiato poco prima.

La mascherina e lo Stato profondo

Lo Stato profondo — deep state o governo ombra — è costituito da burocrati non eletti che controllano effettivamente un governo e le sue politiche, eludendo il controllo da parte degli elettori.

In questo governo ombra, i burocrati nei vari ministeri, insieme ad alleati disponibili al di fuori degli uffici governativi come i media mainstream, i lobbisti, le società di consulenza e le multinazionali sono coinvolti nella determinazione, nel controllo e nella manipolazione della politica del governo. Queste persone generalmente hanno una visione del mondo neoliberista e globalista, con il loro scopo ultimo di stabilire un governo mondiale distopico.

La maggior parte dei leader politici, così come la cultura occidentale in generale, ha pienamente adottato l’opinione che l’umanità sta migliorando in senso sociale, politico e morale. Riflettono le opinioni di Kant, Hegel e Marx secondo cui la pace nel mondo e il governo del mondo unico sono a portata di mano e che l’umanità deve liberarsi di qualsiasi barriera a questa utopia desiderata, incluso tutto ciò che è “obsoleto”, le tue tradizioni, il tuo passato.

Poiché ritengono che il risultato finale del progresso sarà la pace nel mondo e l’unificazione dell’umanità, molti neoliberisti e globalisti sostengono l’eventuale insediamento di un governo mondiale e la fine del nazionalismo e della sovranità nazionale. Pertanto, sostengono la guerra alla sovranità, la migrazione di massa che contribuirà a ridurre il nazionalismo, i confini aperti, l’istituzione di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite e l’Unione Europea e il disarmo globale.

La mascherina/museruola è il test che permette a LORO (puoi immaginare chi possono essere quelli a cui mi riferisco con “loro”) di capire se sei pronto per accettare questo paradiso con il tuo completo consenso.

Mi mancate, esseri umani con la museruola. Rinsavite e gettatela nel primo cestino che trovate!

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Fonte: https://www.lucianogianazza.it/la-mascherina-di-regime

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