In mano a dittatori stupidi e crudeli

di Maurizio Blondet

La BCE  “stampa” e ce n’è anche per l’Italia, volendo. Ma il nostro governo piddino preferisce avere i miliardi attraverso il MES, detto Fondo Salva Stati. Come mai?

Lo ha spiegato chiaramente l’economista tedesco Clemens Fuest, dell’IFO: “Bene l’intervento della BCE ma, passando dal MES, si ottengono quelle condizionalità che garantirebbero i tedeschi.”  Citato da Giuseppe Liturri) https://startmag.it/economia/verita-e-bugie-su-mes-bce-e-patto-di-stabilita-frantumato/… via @StartMagNews

Detto altrimenti: Gualtieri, per abietta servilità,  vuole ottenere i miliardi che servono per salvare la nostra base industriale a credito (indebitandoci, pagando interessi e soggiacendo alle condizionalità tedesche: tagli, austerità) invece che con  l’emissione  di moneta  come ha fatto la  Banca d’Inghilterra per pagare i l’80% dei salari ai lavoratori  delle imprese bloccate dalla quarantena.

Walter Munchau del Financial Times ha spiegato chiara la differenza:

L’Eurozona  ha bisogno di soldi, non di credito.  Se un’azienda prende in prestito denaro mentre i profitti diminuiscono come  in questa situazione, la solvibilità si deteriora. Questo è stato il problema dell’Italia dopo la crisi della zona euro. L’austerità ha lasciato l’economia in una posizione più debole per ripagare il debito. La  crisi in corso [col blocco di ogni attività economica] potrebbe vedere il rapporto debito/Pil dell’Italia al 170 o 200 per cento. Se si assoggetta a un altro programma di austerità [nell’illusione di rientrare da un simile debito!] l’Italia sarà intrappolata in un circolo vizioso.

Ecco perché   non  è  utile il MES, l’ombrello di salvataggio dell’eurozona : perché è un programma di crediti”.

Persino il vantato bazooka che la Germania ha esibito, i  550 miliardi, “è in gran parte credito”, ossia indebitamento delle aziende che  otterranno  il sostegno, e  spesso con “condizionalità imbarazzanti scritte in caratteri piccoli”.

Le economie europee  paralizzate dal virus “hanno bisogno di salvataggi, non di prestiti”.  Ma nell”ideologia europeista, “i salvataggi sono disapprovati perché, dicono, costituiscono un rischio morale”. Il  moralismo tedesco. L’ ideologia  che è il  pilastro dell’europeismo alla tedesca: niente soldi regalati. “Allo stesso modo sono disapprovati l  ‘helycopter money o l’idea statunitense di dare stimolo inviando un assegno alle famiglie”.

Gli ammortizzatori sociali di cui dispongono  gli stati, come cassa integrazione e assicurazione contro la disoccupazione, “sono progettati per far fronte alle normali fluttuazioni. Ma non sono abbastanza grandi o forti per emergenze come questa.   La scala della crisi è molto maggiore di quella  del 2012.

Il bilancio  della zona euro non è predisposto per uno stimolo discrezionale.  Ma se il  PIL cade del 10%,   lo richiederà. Se i governi non possono farlo da soli, dovranno farlo a livello di UE.

“Il più grande rischio economico in questo momento non è solo il forte calo della produzione, ma ancor la recessione permanente che potrebbe  l’economia subire in seguito. Lo scopo principale di uno stimolo discrezionale dovrebbe essere quello di garantire che il recupero sia a forma di V. Ma ci sono una serie di ragioni per temere che la ripresa si esaurisca:  si viaggerà meno, ci sarà meno lavoro, le  case automobilistiche europee potrebbero usare Covid-19 come utile occasione [e scusa] per ridurre la loro sovraccapacità strutturale”:  diminuendo i volumi di produzione e licenziando le decine di migliaia.

Se il Pil crolla di – meno 10%, uno stimolo tra il 5 e il 10 per cento del Pil non va considerato sproporzionato”. E Munchau si spinge a suggerire: “Un pagamento di € 1.000 per ciascun cittadino costerebbe poco meno del 3% del PIL annuo della zona euro. In alternativa, ma con un impatto meno immediato, i fondi potrebbero essere utilizzati per generare un vasto programma di investimenti post-crisi”. Ma il corrispondente del Financial Times a Bruxelles da una vita,  sa che non c’è alcuna  possibilità che questa idea si affermi nella UE,  “un’unione monetaria con paesi come i Paesi Bassi, il cui primo ministro è ideologicamente contrario alla condivisione del rischio reciproco”. La Merkel che si mette in auto-quarantena ha trovato un nuovo trucco per sottrarsi alla discussione, che (dice) non ha  maggioranza al Bundestag.

Munchau conclude, giustamente, che vista questa ostilità ideologica alle sovvenzioni (“Soldi non credito”) oggi assolutamente necessarie, l’euro è vicino alla fine.

https://www.ft.com/content/7517ec6c-6ac3-11ea-a3c9-1fe6fedcca75

Persino Giavazzi, sul  Corriere, bruxellista ideologico: “Se prevalesse questa impostazione … l’Unione europea avrebbe perso un’occasione e andrebbe dritta verso il suo dissolvimento”.

Ma ha fatto i conti senza il governo italiano: disposto a distruggere la base economico-industriale dell’Italia, pur di accontentare la Germania – accettando  le condizionalità austeritarie –  allo scopo di far durare  l’euro  oltre la sua vita.   Tra l’altro non è affatto detto che ci riesca;  Berlino ne ha abbastanza dell’euro, e di unilaterismo unilateralismo se ne sta staccando di fatto.

Gualtieri, che non sa nulla di economia, è  stato messo lì per tenerci attaccati alla UE – e obbedirà fino all’ultimo italiano. Incapace di vedere che “l’epidemia annienta tutta l’opera di Macron,  di austeritaria obbedienza alla ideologia tedesca: i deficit riprendono a galoppare, i debiti gonfiano,  i conti collassano, tutta la sua opera contabile  si riduce a zero… E peggio, il Patto coi Tedeschi non vale più!”, esclama Bruno Bertez.

Però,  nonostante il crollo del suo progetto, Macron appoggia il MES: per la Francia e perciò per l’Italia (e la Spagna).

L’entità del collasso lascia indifferente il non-economista Gualtieri, come  il dittatore stupido Conte: “Il capo  economista di Unicredit dice che se va bene nel 2020 il PIL cala del 10% e se va male del 20% (ma si può arrivare anche al 30%). https://research.unicredit.eu/DocsKey/economics_docs_2020_176326.ashx?EXT=pdf&KEY=C814QI31EjqIm_1zIJDBJCy5Ed_7eW8DXtNLTwA58xY=&T=1…

Per  la Germania  il ministro tedesco delle finanze prevede (spera) in un – 55..  In Usa, il presidente della Fed di St Louis,  James Bullard,  si spinge a paventare una  disoccupazione del 30%  (negli Stati Uniti!) e un collasso del 50%  del Pil, senza l’iniezione dei 2 trilioni cui i democratici si oppongono per odio a Trump e ai suoi elettori.

Andare a un simile collasso con governanti spietati verso il proprio popolo, ecco la tragedia.  Ma  sono allievi scemi della crudeltà che sta rivelando l’Occidente in questo passo, e che riempie di orrore il politologo  russo Sergei Mikheev: “L’Iran  chiede la sospensione della sanzioni, almeno temporaneamente, ma nessuno in Europa o negli Stati Uniti risponde… Sono contenti che in Iran la gente muore! Contenti che in Cina la gente muore!”

Articolo di Maurizio Blondet

Qui  il testo: https://sadefenza.blogspot.com/2020/03/la-sconvolgente-reazione-delloccidente.html

Fonte: http://www.ariannaeditrice.it/articoli/in-mano-a-dittatori-stupidi-e-crudeli

LA BIOLOGIA DELLE CREDENZE
Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula - Con musica a 432 Hz di Emiliano Toso
di Bruce Lipton

La Biologia delle Credenze

Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula - Con musica a 432 Hz di Emiliano Toso

di Bruce Lipton

Vincitore del Premio Best Science Book, Best Books 2006, Awards

Bruce Lipton dimostra che ciò in cui crediamo determina ciò che siamo, perciò non è il patrimonio genetico ereditato a determinare la nostra vita e la nostra salute. Si tratta di una rivoluzione della scienza e del pensiero che ci libera dalla prigionia del destino predeterminato dalla genetica. Lipton dimostra in maniera inoppugnabile che l’ambiente, i nostri pensieri e le nostre esperienze determinano ciò che siamo, il nostro corpo e ogni aspetto della nostra vita.

Se l’ambiente e il pensiero influenzano la nostra biologia, questo può cambiare le conoscenze e le esperienze vissute fino a oggi da gran parte di noi. Infatti, ognuno di noi ha le potenzialità per creare una vita piena e traboccante di ogni dono e talento, a partire da salute, gioia di vivere, amore e successo.

Un libro per tutti coloro che ricercano nella scienza senza dogmi le risposte che a causa della dipendenza dagli interessi delle banche e delle multinazionali, la cultura accademica è incapace di fornire.

Per chi non si accontenta della scienza ufficiale, che nasconde e manipola le informazioni, per impedirci di riconoscere le infinite potenzialità presenti nel nostro cervello e nel nostro DNA.

È giunto il momento di abbandonare le vecchie credenze che la comunità scientifica e accademica e i mass media ci hanno inculcato, per muoverci verso la nuova ed eccitante prospettiva di salute, benessere e abbondanza offerta da questa scienza d'avanguardia: l'epigenetica.

Quanta importanza acquisisce allora il nostro pensiero, positivo o negativo che sia, quando è in armonia col subconscio, sul comportamento nostro e dei nostri geni? Se l'ambiente e il pensiero influenzano la nostra biologia, questo può cambiare le conoscenze e le esperienze vissute fino a oggi da gran parte di noi. Infatti ognuno di noi ha le potenzialità per creare una vita piena e traboccante di ogni dono e talento, a partire da salute, felicità e amore.

Ogni cellula del nostro corpo può essere paragonata a un essere intelligente, dotato di intenzionalità e scopo, in grado di sopravvivere autonomamente, il cui vero "cervello" è costituito dalla membrana. Questa scoperta porta a una conclusione sbalorditiva: i geni non controllano la nostra biologia, è invece l'ambiente a influenzare il comportamento delle cellule.

Questo porta a nuove, importanti conseguenze per quanto riguarda il benessere, la felicità e la natura delle malattie come il cancro e la schizofrenia.

Bruce Lipton
è un’autorità mondiale per quanto concerne i legami tra scienza e comportamento. Biologo cellulare per formazione, ha insegnato Biologia Cellulare presso la facoltà di Medicina dell’Università del Wisconsin e si è dedicato in seguito a ricerche pionieristiche alla School of Medicine della Stanford University. È stato ospite di decine di programmi radiotelevisivi ed è un conferenziere di primo piano.

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