Fibromialgia, la sindrome del dolore fantasma

Considerata a lungo un fenomeno ipocondriaco che colpisce in massima parte il sesso femminile tra i 25 e i 55 anni (con un rapporto di 9 a 1 rispetto ai maschi),  la fibromialgia – o sindrome dolorosa dei muscoli e dei tessuti fibrosi –  è definita attualmente come una  “sindrome reumatica atipica ” o una “sindrome idiopatica cronica causata ad un aumento della tensione muscolare durante l’utilizzo”- definizioni che, a ben vedere, risultano tautologiche, perché non spiegano nulla.

Il dolore può essere diffuso o localizzato (in genere soprattutto agli arti, in particolare mani e piedi) ed è spesso associato a rigidità, astenia, faticabilità, disturbi del sonno, ipersensibilità agli stimoli tattili anche minimi, bassi livelli di serotonina con attacchi  d’ansia e crisi depressive in parte dei pazienti.

Sulla genesi della fibromialgia la medicina s’interroga da molto tempo, cercando di capire se si tratti di un disturbo di natura fisica o psichica: allo stato attuale le conclusioni concordano su una sindrome multifattoriale in cui convergono sia fattori stressogeni che biochimici, genetici, neurochimici, ambientali, ormonali, psicologici.

Fibromialgia: la diagnosi

Data la genericità dei sintomi fibromialgici, prima di arrivare a una diagnosi chi ne soffre spesso deve sopportare un calvario di esami e analisi, anche perché non tutti i medici conoscono questo disturbo. In caso di sospetta fibromialgia è quindi bene rivolgersi a un reumatologo.

Il punto di vista psicosomatico

Nel 40% dei casi la fibromialgia compare assieme a malattie autoimmuni come le connettiviti, la sindrome di Sjogren e il lupus eritematoso sistemico, o infiammatorie come le artriti. Questo è interessante dal punto di vista psicosomatico, perchè il sistema immunitario è nel corpo ciò che L’Io è nella psiche ed entrambi hanno a che fare con il rapporto con il mondo esterno. Diventa quindi possibile ipotizzare che a scatenare la fibromialgia sia un conflitto tra la persona che ne soffre e l’ambiente – sociale, relazionale  o professionale – in cui è costretta a vivere perchè non riesce o non vuole trovare alternative. In questo senso la fibromialgia con il suo dolore diffuso può essere vista come il tentativo estremo dell’anima di spingere la persona a togliersi da quell’ambiente che minaccia la sua stessa autenticità profonda.

Non a caso studi recenti hanno dimostrato che l’eziologia dolorosa della malattia può essere dovuta alla diminuita produzione di dopamina, un neurotrasmettitore che ha un ruolo centrale nella percezione del dolore e del piacere a livello cerebrale (da cui il termine di “sostanze dopanti” attribuito alle droghe).

Le terapie

Allo stato attuale non esistono terapie specifiche contro la fibromialgia. La medicina si limita da un lato a suggerire di seguire una dieta equilibrata, dormire bene e fare esercizi fisici – consigli che risultano spesso frustranti, dato che sia dormire che fare esercizi fisici risulta difficoltoso. Dall’altro consiglia farmaci antinfiammatori, antidolorifici, miorilassanti o antidepressivi, che oltre a dare scarsi risultati, rischiano alla lunga di peggiorare la situazione

Molti pazienti trovano invece beneficio dalle tecniche di rilassamento, come il training autogeno, e da ipnositerapia, mindfulness e yoga, o anche da massaggi e fisioterapia.  Qualche risultato è stato ottenuto invece con la cannabis terapeutica.

Alimentazione

Per quanto riguarda l’alimentazione, vanno esclusi tutti gli eccitanti e sostanze infiammatorie come zuccheri, alcool,  carni rosse e crostacei, oltre alle solanacee (tabacco, pomodori, patate, peperoni e melanzane)

Omeopatia

Buoni risultati sono stati raggiunti, almeno a livello sintomatico, con i rimedi omeopatici, da associare comunque a una terapia psicologica di sostegno.

  • Actaea racemosa 7 CH è consigliato nei soggetti ipereccitabili, afflitte da dolori acuti e intensi localizzati a collo e schiena, con peggioramento di notte, in prossimità del ciclo o in menopausa. Intorpidimento e dolore sordo a braccia e zona lombare che si irradiano anche alle cosce.
  • Rhus Toxicodendron 15 CH è il rimedio da scegliere quando prevale la rigidità, con peggioramento quando si inizia a muoversi e successivo miglioramento graduale. Rigidità massima al mattino e al risveglio, con intorpidimento e formicolio, il dolore peggiora col freddo e umido e dopo il riposo.
  • Ruta graveolens 15 CH è consigliata per tutti i problemi a tendini, cartilagini e muscoli. Utile in caso di debolezza e indolenzimento muscolare, rigidità con senso di contusione a polsi, caviglie e colonna vertebrale, come se il corpo fosse “schiacciato”. Il dolore peggiora a letto e la persona deve continuamente cambiare posizione durante il sonno. I sintomi peggiorano con il riposo e con l’umidità mentre migliorano con il calore e il movimento.
  • Rhododendron 7 CH ha un’azione specifica sui tessuti fibrosi e muscolari e sul sistema nervoso periferico. I dolori si concentrano alle estremità del corpo, sono erratici e lancinanti. Marcata sensibilità ai cambiamenti climatici che generano anche sintomi mentali, ansia, irrequietezza e bassa autostima. I sintomi migliorano con il movimento e il caldo secco.

Fonte: https://www.riza.it/benessere/sos-salute/6842/fibromialgia-la-sindrome-del-dolore-fantasma.html

CERVELLO INTESTINO: UN LEGAME INDISSOLUBILE
Il ruolo del microbiota intestinale nelle nostre relazioni fisiche, mentali e psicoemozionali
di Stefano Manera

Cervello Intestino: un Legame Indissolubile

Il ruolo del microbiota intestinale nelle nostre relazioni fisiche, mentali e psicoemozionali

di Stefano Manera

Questo libro è fondamentale per capire come la salute del microbiota intestinale influisce sull’asse cervello-intestino e può aiutarti a prevenire e risolvere tantissime patologie.

Il dottor Stefano Manera è esperto di medicina integrata, funzionale e omeopatia classica. Nella sua esperienza clinica punta sui processi di auto guarigione del corpo, con un’attenzione particolare all’asse cervello-intestino e al microbiota.
Questo suo nuovo libro è uno strumento fondamentale per tutti coloro che vogliono riprendere in mano la propria salute.

ISTRUZIONI PREVENDITA: Questo libro uscirà martedì 21 settembre, ma puoi acquistarlo in prevendita già da oggi. Il libro ti sarà spedito a casa il 21 settembre.

La comunicazione cervello-intestino

L’intestino è stato più volte definito come il nostro secondo cervello e si parla sempre più spesso di intestino felice, comunicazione mente pancia, intestino in testa e interazioni tra microbiota, mente, intestino e cervello.

Il modo in cui tutto questo accade ce lo spiega la PNEI (psico-neuro-endocrino-immulologia), una nuova branca della medicina che finalmente ha messo in luce come mente e corpo fanno parte di un unico sistema di trasmissione dell’informazione da una forma all’altra attraverso un complesso sistema di reti.

L’asse cervello-intestino-microbiota intestinale

Il fatto che l’intestino abbia un ruolo nel modulare le nostre emozioni è conosciuto da secoli. Tuttavia, negli ultimi vent’anni, i processi alla base di questa connessione sono venuti alla luce.

Ora sappiamo che i microbi nel nostro intestino – il microbiota intestinale – non sono solo commensali, ma svolgono un ruolo fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere.

Nutriamo questi batteri che, a loro volta, producono sostanze che il nostro cervello e altri organi del corpo richiedono. Quando si parla di asse cervello-intestino-microbiota ci si riferisce alle connessioni tra il cervello e l’intestino e alle connessioni inverse tra i microbi intestinali e il cervello stesso.

Le patologie legate a uno squilibrio del microbiota intestinale: dalla disbiosi all'infiammazione cronica di basso grado

Soffri di qualcuna di queste patologie neurologiche o dell’intestino? Oppure conosci qualcuno che ne soffre?

Sindrome dell’intestino permeabile, sindrome dell’intestino irritabile, disturbi dello spettro autistico, depressione, ansia, schizofrenia e disturbo bipolare, anoressia nervosa e disturbi del comportamento alimentare, dipendenze, obesità, patologie dolorose, fibromialgia, Parkinson, dolore infiammatorio, Alzheimer e demenza, sclerosi multipla.

Oggi sappiamo che cambiamenti nella composizione del nostro microbiota intestinale sono associati a molte malattie neurologiche, nonché a diverse patologie intestinali. Si tratta della disbiosi del microbiota intestinale, la quale genera uno stato generalizzato di infiammazione cronica di basso grado, la quale, a sua volta, innesca altre malattie.

In questo libro viene spiegato in maniera chiara, ma dettagliata, quello che devi sapere se soffri di una patologia neurologica o dell’intestino:

  • ad esse concorre uno squilibrio del microbiota intestinale;
  • anche le nostre abitudini – lo stile di vita – influenzano il microbiota;
  • possiamo avviare un processo di autoguarigione cambiando le nostre abitudini;
  • l’attenzione all’alimentazione è fondamentale.

Il dottor Stefano Manera individua e analizza i fattori principali che determinano la salute del nostro microbiota intestinale:

  • la nostra genetica,
  • il modo in cui nasciamo,
  • come e cosa mangiamo,
  • l’inquinamento dell’ambiente in cui viviamo,
  • l’attività fisica,
  • l’abuso di farmaci,
  • lo stress e la paura.

In questo libro trovi anche un ampio spazio dedicato all’alimentazione in pratica e alle ricette per l’asse intestino-cervello

Nutrire bene il nostro microbiota significa nutrire la nostra salute generale. Il libro contiene un approfondimento specifico dedicato all’alimentazione e in particolare:

  • agli alimenti fermentati funzionali - questo capitolo è a cura di Marco Fortunato, esperto di fermentazione;
  • alle ricette vegan per la tavola di tutti i giorni - questo capitolo è a cura della chef Valentina Ferri.
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