Divide et Impera

È noto che il metodo infallibile che il potere adotta per tenere sotto controllo le popolazioni sia quello di creare divisioni e che rapportato in tempi di capitalismo si traduca in: creare conflitti orizzontali per evitare l’unico conflitto temuto (ed efficace), quello verticale, verso l’alto dove risiede il potere.


Verso il potere, sì, ma con quale aggettivazione, quale attributo? Facciamo un rapido elenco dei fronti aperti: vegani vs. carnivori, destra vs sinistra, sì vax vs. free vax, green vs. inquinatori, animalisti vs. insensibili, cultori della scienza vs. critici, globalisti vs. multipolari, immigrazionisti vs. autoctoni, BLM vs. bianchi, ateisti vs. credenti, femministe vs. patriarcali, LGBT vs. binari, giovani vs, vecchi…

Ci fermiamo qui ma… cosa manca?

Manca tutto ciò che possa riferirsi all’economico nei termini della differenza più plateale e persistente, quella tra ricchi e poveri. È accuratamente evitato ogni possibile collegamento con chi possiede i mezzi di produzione (il vero conflitto verticale).

In una collazione differenziale così evidente balza all’occhio che proprio quello evitato e sottaciuto è il punto nevralgico, decisivo, l'”insieme” che tutto racchiude e tutto divide: i soldi (detto brutalmente). Perché davvero non si negherà che c’è una bella (brutta) differenza tra una transgender ricca e una costretta in miseria (e che magari sfila con gli striscioni arcobaleno donati graziosamente da BlackRock…); tra un green che fa l’operaio manifatturiero e il green che gira il mondo per conferenze.  Tra chi usa il monopattino per consegnare pizze e il magnate di Amazon con il suo panfilo megagalattico.

Senza contare la fragilissima inconsistenza di tali valori differenziali: che ne è della difesa dei diritti delle donne all’impatto con culture come la islamica indiscutibilmente refrattarie a tali istanze?

Divisioni, scissioni, frazionamenti creati ad arte per scatenare conflitti rigorosamente “senza classi”, il che significa inevitabilmente a favore di una sola classe, quella dominante dei magnati.

Dividere, mettere l’uno contro l’altro è riuscito loro benissimo: si direbbe un gioco elementare, se non si trattasse di un gioco al massacro. E a questo massacro assistono impassibili nei più alti scranni di tale moderno Colosseo coloro che si sono compiaciuti di provocarlo e di alimentarlo per poterne godere i frutti.

“Morituri te salutant”… e a quale altra sorte se non quella di morituri  si avviano dei soggetti non più autonomi ma caricati a molla per l’aggressione tra simili?  Morituri te salutant invocano -senza dirlo- i fanatici delle inoculazioni multiple, gli immigrazionisti in buona fede (e a titolo gratuito) che poi tornano nelle proprie banlieu ad esporsi alle coltellate e alla sostituzione da parte di etnie “nuove”.

Morituri i green che consumano -scaricati da immani navi cargo- limoni dall’Argentina e ciabatte dal Mar Cinese…

Morituri gli “inginocchiati” che contribuiscono (a loro insaputa?)  alla campagna elettorale dei liberal d’oltreoceano dominata da nomi come Soros, come Buffet…  Con amaro sarcasmo mi viene da dire che con la scorta del nostro già lungo “catalogo” gli arconti del male possono andare avanti almeno due secoli, due secoli in più garantiti al loro immenso potere.

In aggiunta poi bisogna anche considerare l’effetto multiplo:  il confine di ogni “insieme” si interseca con altri insiemi:  vegani ma anche abortisti, scienziocrati ma anche animalisti, green ma anche globalisti; con esiti da  cortocircuiti paradossali che oltraggiano il pudore di una minima intelligenza (pietà per l’agnellino ma non per il feto umano;  no cavie animali ma sì cavie umane, stante la “sperimentazione ” ammessa  anche dai bugiardini del siero magico; no ai prodotti OGM  ma solo al supermercato per poi fare la fila per  farseli iniettare).

Morituri… che altro?

La divisione dei conflitti orizzontali provoca sanguinamento sociale, annientamento e “privazione di senso”.

Dividete!  Dividete!  qualcosa morirà …

Fonte: https://frontiere.me/divide-et-impera/

CUCINA VEGETALE CHE SPACCA
Sapori e profumi dall'Italia e dal mondo
di Annalisa Chessa

Cucina Vegetale che Spacca

Sapori e profumi dall'Italia e dal mondo

di Annalisa Chessa

Un libro incentrato sulla tradizione italiana, o meglio, sulla riscoperta della tradizione italiana.

Il cibo, attraverso le ricette, ci può portare in paesi lontani, mai visitati, oppure ricondurci nei nostri luoghi del cuore, restituendoci profumi, sapori e colori che credevamo persi,

Questo libro parla proprio di questo, di quei piatti che segnano la nostra vita, lasciando un marchio incancellabile nella memoria.

Qui ogni ricetta, ogni "Grande classico" italiano o internazionale, è anche un manifesto, il portavoce di una cucina vegetale cruelty free che ci dice che possiamo ritornare ai piatti delle nostre terre, dei nostri viaggi, della nostra memoria in un modo più etico, senza perdere sapori e profumi indimenticabili.

Una rivisitazione che ad alcuni sembrerà un atto sovversivo. E invece è solo cucina vegetale che spacca.

Dalla prefazione di Cristina Cotorobai

"Se mia figlia fosse nata in una famiglia che include carne e derivati nel proprio regime alimentare avrebbe interiorizzato l'usanza di masticare petto di pollo mentre accarezza e gioca con il cane.

Se fosse nata in una famiglia asiatica probabilmente avrebbe masticato anche il cane. È cultura.

È cultura (specista) pensare che un animale meriti la nostra compagnia e un altro di riempire il nostro piatto. Cultura considerare la carne suina come impura e quella ovina esente da peccati.

È cultura la convinzione che la "Vacca sacra" doni spontaneamente a tutti noi, non solo ai vitelli, il proprio latte. La cultura è fatta di credenze, di usanze, di convinzioni, di abitudini tramandate, e pressoché mai si basa su dati scientifici.

Per questo, è proprio la dieta onnivora essere "ideologica" e quanto di più lontano ci sia da una scelta attiva. Al contrario, quella vegana è animata da valutazioni obiettive che prima di tutto mettono in dubbio i retaggi culturali, e con dati alla mano scelgono di cosa, o meglio di chi non nutrirsi."

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