Sì: pensare per sé prima di pensare per gli altri. L’altruismo estremo è sopravvalutato e quasi sempre controproducente.
Io, che sono un po’ fissata e le leggo sempre, ho notato che nelle istruzioni per gli atterraggi di emergenza negli aerei si dice di mettere la mascherina per l’ossigeno prima a se stessi e poi ai bambini. Perché se ci lasci le penne tu, non puoi fare più niente per nessuno intorno a te.
Se non sto bene io non riesco ad essere di aiuto agli altri nella mia famiglia
Ho capito che se a me non ci penso io non lo fa nessuno
È ora di pensare a me
Di solito la prima cosa che si fa quando si realizza che si ha bisogno di prendersi del tempo per sé è un bel giro alla spa o ancora meglio un weekend di tutto riposo in un albergo in montagna. Non ho niente contro i weekend in albergo, ma mi consola non essere l’unica a pensare che se tu te ne vai via per due giorni quando poi torni è tutto esattamente come l’hai lasciato.
Ma soprattutto tu sei sempre uguale. Magari con la pelle più liscia, o con le orecchie più fresche, ma dentro, come sei?
Se ti senti senza forze, sempre sotto stress, se ti stai trascurando e credi che dovresti pensare di più a te, prenditi un po’ di tempo per riflettere.
- Cosa potresti fare per portare più tranquillità, o silenzio, o pace nella tua vita di tutti i giorni?
- Cosa ti servirebbe per farlo?
Le risposte possono essere tante, confuse e alcune anche disorientanti: da parte mia ti posso aiutare in due modi.
Con un consiglio: riservati del tempo
Lo so che è poco e sarebbe meglio almeno un’ora al giorno, ma inizia con il prenderti qualche minuto ogni giorno, alla stessa ora, per stare in silenzio, lontano da computer, bambini, cucina, tablet, cellulare.
Chiudi gli occhi e ascolta il tuo respiro, ascolta il tuo corpo, o usa delle immagini per portare silenzio dentro di te.
All’inizio può essere difficile senza una voce che ti guida, se senti il bisogno di un aiuto puoi usare una delle mie visualizzazioni guidate.
Se ti piace camminare puoi anche farti una passeggiata di un quarto d’ora, godendoti i passi che fai, l’aria sulla pelle, guardandoti intorno, però resisti alla tentazione di usare il cellulare in quei minuti.
Non perché il cellulare sia qualcosa di brutto, ma perché quei 15 minuti vanno tenuti per ascoltarti: qualsiasi cosa succeda in quel lasso di tempo può aspettare finché non sei di nuovo a casa.
Con una proposta
Inizia un percorso di conoscenza di te. Se vuoi lavorare con me puoi venire a fare shiatsu, che è un po’ come andare alla spa con il plus della mia attenzione incondizionata verso di te, nessun orologio che ticchetta.
È importante trovare del tempo buono, per te, che ti permetta di prendere le distanze dallo stress, dal continuo rumore di fondo, dalla smania di fare e dall’urgenza di portare a termine.
Non saranno quei 15 minuti, e non sarà nemmeno quell’ora e mezza che ti impedirà di finire quello che avevi iniziato, anzi: quando riprenderai sarai una persona rinnovata, più leggera e serena, e magari con un sorriso sulle labbra.
Piano piano sarai sempre di più una persona che sta sufficientemente bene perché ha pensato a sé, e ora, ma solo ora, può pensare anche agli altri.