Tipi di demenza: la demenza mista

Anche se l’Alzheimer e il Parkinson sono le più conosciute, ci sono altre demenze ugualmente devastanti e che conviene conoscere per prevenirne la comparsa.

Ancora non si sa con certezza quali siano i cambiamenti nel cervello che causano l’Alzheimer. Proprio questa mancanza di informazioni è forse il motivo per il quale relazioniamo, sbagliando, i diversi tipi di demenza a questa malattia.

Alcuni dati sull’Alzheimer

I primi sintomi dell’Alzheimer li conosciamo già: difficoltà a ricordare nomi e conversazioni recenti. A mano a mano che la malattia avanza, anche i suoi sintomi peggiorano.

In seguito sorgono difficoltà di comunicazione, cambiamenti di comportamento e giudizio e persino difficoltà a mangiare o camminare. Il rischio che presenta una persona di soffrire di Alzheimer o altri tipi di demenza è riconducibile, nella maggior parte dei casi, a una cattiva sorte sul versante genetico.

L’Alzheimer non è l’unica forma di demenza, ma è la più frequente. Questa può essere la ragione per cui la maggior parte delle persone confonde questa malattia con altre.

Tipi di demenza diversi dall’Alzheimer

Invecchiare insieme
Dato che abbiamo già parlato di alcune caratteristiche dell’Alzheimer, trattiamo adesso alcuni tipi di demenza che potremmo confondere con questa malattia più conosciuta:

1. Tipi di demenza: la demenza vascolare

Si tratta della riduzione del flusso sanguigno nel cervello a causa di un coagulo di sangue o al blocco dei vasi sanguigni. Tra i vari tipi di demenza, questa è causata da incidenti cerebrovascolari. La sua conseguenza più caratteristica è la difficoltà di pianificazione e organizzazione.

Prendetevi cura della vostra salute cardiaca. Dovete evitare qualsiasi indurimento od ostruzione dei vasi sanguigni. Ciò significa mantenere il colesterolo e la pressione arteriosa stabili. In tal modo, eviterete anche di soffrire di diabete.

2. La demenza a corpi di Lewy

Demenza cura
I corpi di Lewy sono composti da una proteina chiamata alfa-sinucleina che si accumula nella corteccia del cervello. La conseguenza è la perdita di memoria e la difficoltà ad articolare i pensieri.  Tra i vari tipi di demenza, questo è il più simile all’Alzheimer.

La demenza a corpi di Lewy e l’Alzheimer si differenziano nel fatto che la prima causa alterazioni del sonno, allucinazioni e rigidità muscolare. Dunque, gli effetti assomigliano anche a quelli tipici del Parkinson.

Quando i pazienti con demenza a corpi di Lewy si recano in un luogo, potrebbero perdersi in quanto i posti conosciuti ormai non risultano più familiari. E una volta che la demenza avanza nel paziente, questi potrebbe perdersi mentre cerca il bagno e persino la sua stanza.

Tra i tipi di demenza più comune, quella dei corpi di Lewy è al secondo posto. Fino a questo momento, infatti, il tipo di demenza più comune rimane l’Alzheimer.

Mantenete il vostro cervello attivo per evitare questo disturbo. Imparate una nuova lingua, scoprite la storia di nuovi posti, cercate informazioni su altre culture, ecc. Gli alti livelli di educazione e la pratica di attività stimolanti per il cervello potrebbero aiutare a prevenirne i sintomi.

3. Malattia di Parkinson tra i tipi di demenza

Quando l’accumulo di alfa-sinucleina di cui parlavamo si concentra in una parte del cervello chiamata substantia nigra, le cellule nervose che producono la dopamina risultano danneggiate.

È in questo momento che, secondo i ricercatori, iniziano a presentarsi problemi nella realizzazione di movimenti, caratteristica per eccellenza del Parkinson. È accompagnato anche da tremori nel corpo e da rallentamento nei movimenti.

La cosa più preoccupante della malattia di Parkinson è che non è stata determinata una causa conosciuta che aiuti nella prevenzione di questo tipo di demenza.

4. La demenza frontotemporale

Anziano demenza
Quando c’è una degenerazione nelle cellule nervose, sia sul lobo frontale che in quello temporale, si dice che sussiste demenza frontotemporale. Essa può causare cambiamenti nelle abilità della personalità, di comportamento e comunicazione.

Questa forma di demenza rende le persone impulsive, le quali possono persino arrivare a fare grandi acquisti senza consultare il proprio coniuge. Non esiste alcuna cura che permetta di mantenere sotto controllo la malattia. Per questo è importante adottare stili di vita sani che riducano le lesioni e le possibilità di incidenti cerebrovascolari.

5. Tipi di demenza: la demenza mista

Come se non bastasse, una persona può anche tenere un mix di diversi tipi di demenza, ovvero diverse alterazioni cerebrali allo stesso tempo. Questo caso viene denominato demenza mista, che generalmente è l’unione tra la demenza vascolare e l’Alzheimer.

La cosa migliore da fare è mantenere il cervello attivo ed evitare qualsiasi fattore di rischio. Sappiamo già che sembra complicato, ma è possibile con molto impegno e dedizione.

Fonte: https://viverepiusani.it/tipi-di-demenza-alzheimer/

SENZA IO E SENZA DIO
Il risveglio come necessità
di Salvatore Brizzi

Senza Io e Senza Dio

Il risveglio come necessità

di Salvatore Brizzi

Impostazione filosofica, profondità e realizzazione dell'Essere. Le parole chiave che caratterizzano il nuovo libro di Salvatore Brizzi. L'energia che passa dal suo scrivere non è solo quella intellettuale bensì quella intuitiva e realizzativa, per cui l'invito non è quello di capire ma è di sentire e diventare.

Il risultato non sarà certo l'erudizione ma la liberazione.

Realizzare la verità indagando il pensiero intuitivo, per conoscersi con altri occhi, risvegliarsi e scoprire il senso delle nostre emozioni è possibile?

L’uomo può realizzare la verità circa l’esistenza utilizzando come mezzo d’indagine la filosofia occidentale, ossia facendo leva esclusivamente sul pensiero?

La risposta è sì, se questo pensiero viene utilizzato in tutta la sua profondità, fino a sfociare nella contemplazione.

Affidarsi esclusivamente al pensiero “superficiale” o “calcolante” per giungere alla verità, rappresenta invece il grande errore della filosofia moderna.

La conoscenza circa il significato dell’universo e delle nostre singole vite esiste già, è sempre stata a nostra completa disposizione ed è già stata realizzata da molti altri saggi prima di noi, bisogna però avere il coraggio compiere un cammino che non è solo di studio, ma implica una trasformazione interiore del ricercatore stesso, in quanto l’essere non lo si capisce, ma lo si realizza.

Questo è un libro di riflessioni filosofiche che hanno lo scopo di attivare il pensiero intuitivo o contemplativo nel lettore realmente motivato.

La prima versione di questo testo – pubblicata nell’anno 2000 – è stata ricavata dagli appunti personali dell’autore, Salvatore Brizzi, redatti tra il 1995 e il 1999. Questa è la versione aggiornata nel 2022 dallo stesso autore e resa più fruibile rispetto al testo originale, oramai non più ristampato da molti anni.

Brizzi nel suo "Senza io e senza Dio" ha voluto porre le basi della “teoria del risveglio della coscienza alla verità”, affermando che la prima domanda da porsi, antecedente qualunque indagine filosofica è: «Chi è colui che vuole conoscere la verità?»

Senza la risposta a tale domanda ogni indagine filosofica risulta fallata già all’origine. La soluzione a tale fondamentale quesito non può risiedere in una spiegazione intellettuale, perché implica l’ingresso in un nuovo stato della coscienza.

Estratto dal libro

In questi anni ho incontrato tanti personaggi appartenenti a vari ambiti del sapere umano. Quando posso confrontarmi con uno studioso di fisica o, ancora meglio, di astrofisica (ma è molto più difficile incontrarne uno), pongo sempre la fatidica domanda: «Ma agli studenti insegnate ancora che l'universo è nato da un grande scoppio iniziale?»

Sì. È ancora l'ipotesi più accreditata, rispondono di norma.

«Ma lo scoppio come è avvenuto, se prima non c'era proprio nulla?» insisto io.

«La domanda non ha senso, perché spazio e tempo sono iniziati dopo lo scoppio» mi rispondono di solito, per liquidare l'argomento, accompagnando la risposta con un sorriso sardonico.

Ecco, la sensazione che si prova e la stessa di quando un neuroscienziato ti risponde che «i ricordi sono immagazzinati nel cervello», come se fosse la cosa più ovvia del mondo e ironizzando sul fatto che tu non ci sia arrivato da solo.

In verità, così come è piuttosto azzardato immaginare che un ente mentale come un ricordo, un'aspirazione, una Legge della fisica, un romanzo non ancora scritto... possano trovarsi da qualche parte dentro i neuroni o "emergere magicamente" dalla loro attività elettrochimica, e altrettanto azzardato immaginare che qualcosa possa essere accaduto in assenza di spazio e tempo e senza l'intervento di nessuno.

Ci sarebbero giusto un paio di teorie su cui si fonda tutta la nostra fisica che si scioglierebbero come un pupazzo di neve che inciampa e scivola dentro un camino. Se spazio e tempo nascono con il Big Bang, allora "prima" non valevano nemmeno le leggi fisiche, quindi il Big Bang non solo avrebbe dovuto "causarlo" qualcuno, ma avrebbe anche dovuto farlo in barba alle leggi della fisica, sia classica che quantistica, le quali implicano sempre e comunque lo spazio tempo.

[...] Che cos'è il vuoto – e quindi cosa c'era prima del Bing Bang e a fondamento dell'attuale universo – lo si può comprendere solamente in maniera diretta e soggettiva, accedendo a uno stato di coscienza non ordinario che va addirittura oltre la coscienza impersonale [...].

Il vuoto è una sorta di consapevolezza primaria, fondamentale e suprema.

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